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Temple Grandin – Una Donna Straordinaria. Recensione

Il film affronta il tema dell’Autismo ripercorrendo la vita di Temple Grandin, una donna autistica dotata di capacità straordinarie.

Di Giuseppina Epifanio

Pubblicato il 29 Gen. 2013

Aggiornato il 17 Apr. 2013 10:51

Di Giuseppina Epifanio

 TEMPLE GRANDIN – UNA DONNA STRAORDINARIA

Recensione

 

“Mi chiamo Temple Grandin

non sono come le altre persone

penso in immagini e le metto in relazione”

 

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Il film affronta il tema dell’Autismo ripercorrendo l’eccezionale vita di Temple Grandin, una donna autistica dotata di capacità straordinarie. 

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L’originalità di questa pellicola è dovuta al fatto che lo spettatore ha la possibilità di avvicinarsi a una patologia così complessa e particolare attraverso gli occhi, le emozioni e i pensieri della protagonista, affetta da sindrome autistica.

Temple Grandin è nata e cresciuta in un periodo in cui l’autismo era ancora poco conosciuto. Proprio per questo, nei primi anni della sua vita le venne attribuita una diagnosi di schizofrenia. Più tardi fu riconosciuta una forma di autismo. In quegli anni gli studiosi ritenevano che la causa di tale sindrome provenisse da carenze materne, da quella che veniva chiamata “madre frigorifero”. In questa scena del film, è palpabile la sofferenza della madre, la quale cerca di spiegare al dottore come la teoria non avesse fondamenta, visto anche il paragone con la seconda figlia la quale aveva sviluppato una normale affettività.

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Il film racconta gli anni in cui Temple realizza, tra incomprensioni e sofferenze, di essere “diversa ma non inferiore”. La storia inizia con la visita estiva di Temple presso il ranche della zia in cui adora passare giornate intere in mezzo agli animali da cui si sente compresa perché “la pensano come lei”. Durante questo soggiorno pensa per la prima volta di costruire una macchina degli abbracci, un metodo di compressione che riesca a calmarla nei momenti di difficoltà, dopo aver provato su se stessa una macchina che abbracciava le vacche per renderle più docili.

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Le difficoltà subentrano nel momento in cui Temple è costretta a frequentare il College, le sue difficoltà relazionali e la costrizione in un ambiente poco piacevole cominciano a renderla nervosa, agitata e costantemente in ansia. E’ in questo momento che decide di costruire la sua prima “macchina degli abbracci”, la quale stringe e abbraccia entrambi i lati del suo corpo, facendola rilassare ogni volta che si sente tesa, in modo da compensare l’assenza del contatto fisico con gli altri, il quale le procura notevole fastidio.

Purtroppo la scuola non accetta che Temple tenga la macchina nella sua stanza, ritenendo che dietro il suo utilizzo ci sia un motivo di origine sessuale. La ragazza, tra agitazione e rabbia, grazie anche al supporto della zia, riesce a dimostrare, attraverso una solida ricerca scientifica, gli effetti rilassanti della sua macchina. Questo le permette di tenerla.

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Durante il college Temple è sostenuta anche dal professor Carlock, il quale riesce ad entrare nel suo mondo, interpretando il suo modo di osservare le cose, definendola per la prima volta una “pensatrice visuale”. Grazie al sostegno del professore, Temple riesce a laurearsi e poco dopo comincia a lavorare in un ranch, in cui si impegnerà a migliorare le strutture destinate alle vacche.

Il film stupisce per una serie di motivi: innanzitutto per le doti dell’attrice protagonista, Claire Danes, la quale riesce magistralmente a interpretare Temple Grandin, grazie a una notevole padronanza fisica ed espressiva. L’elemento che caratterizza il film è come Temple guarda le cose. Lei pensa per immagini e mentre questo invita un regista ad eccedere visivamente, Mick Jackson mantiene le cose semplici. Quando Temple fa i collegamenti con la sua memoria fatta di connessioni visive, viene mostrato come lei risolve i suoi problemi attraverso le immagini. Ne seguono una serie di situazioni divertenti. Inoltre, trattandosi di un film destinato al piccolo schermo, questo fa credere che anche la televisione cominci a sfornare dei prodotti di qualità.

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Nel complesso, il film, in quasi due ore, immerge lo spettatore nella vita di una donna davvero straordinaria, lasciandolo con il desiderio di conoscere ancora più dettagliatamente la biografia di Temple Grandin.

Attualmente Temple Grandin è una sessantenne americana con due lauree una in Psicologia e una in Zoologia, un master in Scienze Animali, è una tenace attivista del  movimento in tutela dei diritti degli animali e delle persone con autismo. Inoltre, è ricercatrice e professoressa presso la Colorado University.

I suoi studi sul “contatto” si sono rivelati pionieristici: i terapisti hanno osservato come un tocco molto leggero allerti il sistema nervoso, negli esseri umani come negli animali, ma la pressione profonda è rilassante  e calmante (Barnold and Brazelton, 1990; Gunzenhauser, 1990). La pressione profonda ha avuto effetti benefici in una varietà di contesti clinici: bambini con disturbi psichiatrici, bambini autistici, bambini con disturbo del sonno (ad esempio, è stato verificato che questi bambini dormono meglio avvolti in un sacco a pelo), ADHD (Ayres, 1979; Ayres 1989; King, 1990).

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Riguardo la sua esperienza personale, Temple Grandin afferma: “ La macchina mi ha permesso di imparare a tollerare di essere toccata da un’altra persona. Inoltre mi ha fatto sentire meno aggressiva e meno tesa. Ben presto ho notato un cambiamento nella reazione del nostro gatto nei miei confronti. Il gatto, che prima scappava da me ora rimane con me, perché ho imparato ad accarezzarlo con un tocco dolce. Dovevo consolare me stessa prima di poter dare conforto al gatto.”

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Giuseppina Epifanio

Giuseppina Epifanio PSICOLOGA SPECIALIZZANDA IN PSICOTERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE

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