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Trance Medianica e Stati Dissociativi

Trance & Stati Dissociativi: Uno studio recente rivela che l'attività cerebrale dei medium è ridotta durante la scrittura in trance.

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 26 Nov. 2012

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Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

Trance & Stati Dissociativi: Uno studio recente rivela che l’attività cerebrale dei medium è ridotta durante la scrittura in trance.

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I ricercatori della Thomas Jefferson University e dell’Università di San Paolo in Brasile, hanno analizzato il flusso ematico cerebrale (CBF) di 10 medium brasiliani mentre praticavano la psicografia, un tipo di scrittura in cui si crede che una persona deceduta o uno spirito scriva con le mani del medium. I risultati dello studio rivelano che l’attività cerebrale dei medium è ridotta durante la scrittura in stato di trance. 

I medium avevano tutti tra i 15 e i 47 anni di esperienza di scrittura automatica, praticata con una frequenza di 18 psicografie al mese. Tutti destrorsi e in buona salute mentale, nessuno di loro stava assumendo psicofarmaci. Nel corso dello studio i medium hanno riferito di essere stati in grado di raggiungere l’abituale stato di trance durante la psicografia, mentre durante l’attività di controllo erano in uno stato di coscienza normale e abituale. 

Ai medium, esperti e meno esperti nella pratica psicografica, è stato iniettato un tracciante radioattivo per rilevare l’attività cerebrale sia durante la scrittura normale che durante la pratica psicografica. I soggetti sono stati sottoposti a scansione utilizzando la SPECT (Tomografia a Emissione di Fotone Singolo) che ha evidenziato le aree cerebrali attive e quelle inattive durante la scrittura. 

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Durante lo stato di trance i medium esperti hanno mostrato minore attività cerebrale nel sistema limbico, nel giro temporale superiore, nelle regioni frontali della corteccia cingolata anteriore sinistra e del giro precentrale dell’emisfero destro. Sulla base di queste rilevazioni i ricercatori ipotizzano che la bassa attivazione delle aree del lobo frontale –  associate con il ragionamento, la pianificazione, la generazione del linguaggio, il movimento e il problem solving – possa riflettere l’assenza di concentrazione, di auto-consapevolezza e l’alterazione del normale stato di coscienza raggiunto durante la psicografia.

I medium meno esperti, al contrario, hanno mostrato durante la psicografia un aumento di attivazione nelle stesse aree frontali rispetto alla scrittura normale. Questo dato può essere correlato allo sforzo significativo compiuto dai medium meno esperti nello svolgere  la pratica psicografica. 

L’assenza di disordini mentali nei due gruppi è in linea con l’evidenza che le esperienze dissociative sono comuni nella popolazione generale e non necessariamente correlate a disturbi mentali, in particolare in gruppi religiosi / spirituali. Secondo i ricercatori ulteriori ricerche dovrebbero occuparsi di definire i criteri di distinzione tra esperienze dissociative sane e patologiche nell’ambito dell’attività medianica.

 Il dato più interessante riguarda i campioni di scrittura prodotti: i medium più esperti hanno mostrato punteggi di maggiore complessità del contenuto, elemento che in genere richiederebbe una maggiore attività nei lobi frontali e temporali, contrariamente a quanto rilevato. 

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Diverse ipotesi sono state formulate per spiegare i risultati: una prima ipotesi è che quando l’attività del lobo frontale diminuisce – come nell’improvvisazione musicale o durante il consumo di alcol o droghe –  l’attività delle aree cerebrali coinvolte nella scrittura medianica è disinibita e maggiormente creativa.  Il fatto, però, che i soggetti abbiano prodotto contenuti complessi in uno stato di trance dissociativo suggerisce che non fossero semplicemente rilassati; il relax dunque sembra una spiegazione insufficiente a giustificare il decremento di attivazione cerebrale in connessione con il processo cognitivo in corso.

Secondo i ricercatori questa prima valutazione neuroscientifica degli stati di trance medianica rivela alcuni dati interessanti per migliorare la comprensione della mente e il suo rapporto con il cervello. Questi risultati meritano ulteriori approfondimenti sia in termini di replica che per la formulazione di ipotesi esplicative.

 

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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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