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Gli Ambidestri Rock e il Corpo Calloso di Jimi Hendrix

Jimi Hendrix, nel “club dei 27”, giovani idoli deceduti a 27 anni, il più grande chitarrista di tutti i tempi secondo il Rolling Stone.

Di Gaspare Palmieri

Pubblicato il 20 Nov. 2012

 

 Well she’s walking through the clouds
With a circus mind that’s running wild

Little Wing (1968)

 

Jimi Hendrix. - Immagine: © Louis Fermando : Sonia Maria. Licenza Creative Commons 2.0Jimi Hendrix, nel “club dei 27”, giovani idoli deceduti a 27 anni, il più grande chitarrista di tutti i tempi secondo il Rolling Stone.

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James Marshall Hendrix, detto “Jimi” (1942-1970) di Seattle (come Kurt Cobain con cui condivide un posto nel “club dei 27”, giovani idoli musicali deceduti a 27 anni per suicidio, overdose o morti violente), il più grande chitarrista di tutti i tempi secondo la rivista Rolling Stone (2011), ha dato un contributo fondamentale all’evoluzione del rock attraverso un’inedita fusione di blues, rhythm and blues/soul, hard rock, psichedelia e funky. La sua versione distorta del tema di The Star-Spangled Banner (inno nazionale degli Stati Uniti) proposta al festival di Woodstock del 1969 è da molti considerata come il simbolo di uno straordinario periodo musicale e socioculturale. Oltre al suono inconfondibile e a un innovativo uso degli effetti, è sicuramente impresso nell’immaginario collettivo il rapporto morboso e originalissimo con lo strumento musicale. Nelle immagini dell’epoca si vede il musicista suonare la chitarra elettrica dietro la schiena o coi denti, mimarvi rapporti sessuali e persino incendiarla.

Quasi tutti sanno che Jimi Hendrix suonava la chitarra da mancino, ma in realtà era ambidestro (in inglese mixed-handed), in quanto scriveva, mangiava e telefonava con la destra, mentre si pettinava e fumava con la sinistra. E’ stato ipotizzato che potesse essere stato costretto a imparare a scrivere con la destra, pratica abbastanza in voga per i mancini nelle scuole degli anni 50. Fin dalla prima infanzia i bambini mostrano infatti una predilezione per l’utilizzo di una mano (in inglese strong handed) piuttosto che per l’altra. Questa predilezione istintiva si osserva nel novanta per cento dei casi. Ci sono però delle eccezioni: persone che non mostrano nessuna spiccata preferenza per l’utilizzo della mano destra in confronto alla sinistra.

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Durante l’infanzia, dai trentasei mesi ai quattro anni circa, nel cervello umano si ha la specializzazione funzionale dei due emisferi cerebrali, la cosiddetta lateralizzazione. Negli ambidestri permane la bilateralizzazione, cioè la non laterizzazione degli emisferi cerebrali. Le cause di questo fenomeno non sono ancora state chiarite, anche se comunque è stata verificata una predisposizione ereditaria. Sebbene il cervello abbia una struttura simmetrica, con due emisferi dotati di aree motorie e sensoriali corrispondenti, alcune funzioni intellettive sono limitate a un solo emisfero. In ogni individuo l’emisfero dominante presiede al linguaggio e alle operazioni logiche, mentre l’altro controlla le emozioni, le capacità artistiche e la percezione spaziale. In quasi tutti i destrorsi e in molti mancini l’emisfero dominante è il sinistro.

Kurt Cobain. - Immagine: licenza d'uso Creative Commons 3.0 - Autore: Kurt Cobain. - Immagine: licenza d'uso Creative Commons 3.0 - Autore: Susan McGrane-Burke
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Il cervello delle persone ambidestre è caratterizzato da una maggiore interazione e integrazione tra i due emisferi (Propper et al., 2005), a causa delle dimensioni aumentate del corpo calloso, l’ammasso di fibre nervose che collega le due metà dell’encefalo.

Come si può immaginare l’essere ambidestri è alquanto diffuso tra i musicisti di strumenti a corde (per gli strumenti come il piano è preferibile invece una maggiore autonomia tra le due mani ed eccellono di più gli strong handed), proprio perché favorisce la sincronicità dei movimenti (Cristman, 1993).  

Uno degli aspetti maggiormente caratterizzanti lo stile chitarristico di Jimi Hendrix, evidentissimo in album come Electric Ladyland (1968), è stato proprio legato alla sua abilità ad utilizzare in modo simultaneo la mano destra per premere le note sulla tastiera e la sinistra per pizzicare le corde e variare il suono utilizzando i controlli del volume, del tono, del pickup e la leva. In questo è stato anche favorito dall’utilizzo di una chitarra per destri usata al contrario (invertendo anche l’ordine delle corde), in cui i comandi e i controlli si trovavano nella parte superiore della cassa, consentendo un loro utilizzo più comodo durante la pennata.

Le sviluppatissime connessioni interemisferiche dell’artista potrebbero aver influenzato anche il suo songwriting. Essendo noto che i centri per l’elaborazione del linguaggio e del ritmo hanno sede nell’emisfero sinistro, mentre quelli deputati alla creazione di melodia e armonia sono in quello destro (Gates e Bradshaw, 1977), si potrebbe ipotizzare che gli ambidestri siano avvantaggiati nell’integrare i testi con le musiche, riuscendo cioè a inserire le parole giuste sulle melodie giuste, in modo tale che gli aspetti sintattici ed emotivi del testo si sposino nel modo migliore con i fraseggi melodici. Potrebbe non essere una casualità che il brano All along the watchtower, il singolo più gettonato del disco, fosse stata scritto da Bob Dylan, altro musicista considerato ambidestro.

Lo stile di scrittura di Hendrix è molto libero e naturale, le parole cantate con una semplice spontaneità che ricorda il linguaggio quotidiano. La particolare voce, caratterizzata da una grande espressività ritmica ed emotiva, potrebbe a sua volta risentire dell’influenza della forte interazione interemisferica.

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Dal momento che è noto che il linguaggio è controllato dall’emisfero sinistro, mentre il canto dall’emisfero destro (Gordon e Bogen, 1974), si potrebbe ipotizzare che gli ambidestri, sempre per via della maggiore comunicazione tra i due emisferi, siano più portati per uno stile canoro in cui c’è un’alternanza tra vocalizzi e parlato, simile a quella sorta di approssimazione melodica che nella musica classica Arnold Schoenberg definiva Sprechstimme.

Un’altra specificità che troviamo nei brani del chitarrista è il frequente uso di intercalari come ‘yeah’, ‘well, all right’, ‘mm mm’, ‘hey’, che contribuiscono a conferire ritmicità e aumentare l’impatto emotivo, e che sembrano originare dall’emisfero destro (non quindi dal sinistro sede del centro del linguaggio). Si può quindi affermare che Jimi Hendrix cantasse davvero con entrambe le parti del cervello!

 Gli ambidestri presentano una maggiore capacità di accesso conscio a processi mentali che hanno sede nell’emisfero destro, dove vengono elaborati anche i suoni ambientali non verbali. Diversi esempi di utilizzo di suoni non prettamente musicali si ritrovano in canzoni come And the gods make love  o 1983…(A Merman I Should Be), entrambe contenute in Electric Ladyland.

Per quanto riguarda i testi, le canzoni di Hendrix sono caratterizzate da una struttura metrica spesso irregolare e non ingabbiata rigidamente in modo da seguire alla perfezione la linea melodica, come succede nella maggior parte dei brani pop-rock. In canzoni come Voodoo chile (1968), ad esempio, è la linea melodica ad essere subordinata al fraseggio del testo, suggerendoci come le parole e i ritmi prodotti dall’emisfero sinistro si integrino in modo dinamico con le melodie prodotte dall’emisfero destro.

I contenuti dei brani sono ricchi di elementi magici e visionari, come quelli di molti altri autori di canzoni del periodo (talvolta aiutati anche dall’uso di allucinogeni che si andavano diffondendo), in linea con alcuni studi che hanno mostrato come gli ambidestri abbiano una maggior propensione a sviluppare il pensiero magico, che comprende credenze in causalità paranormali, percezioni extrasensoriali, forme di vita extraterrene (Barnett e Corballis, 2002). Questo è testimoniato anche dalle credenze alle pratiche Voodoo che hanno contraddistinto tutta la breve vita di Jimi Hendrix, a partire dall’infanzia trascorsa dai parenti in Georgia. Viene riportato anche che il chitarrista dichiarò di essere stato salvato da un UFO a Woodstock. Come sappiamo l’emisfero sinistro è responsabile per il mantenimento delle nostre credenze razionali rispetto al mondo, mentre il destro può agire come “avvocato del diavolo” che tenta di sconfessarle, cercando contraddizioni e incoerenze e soprattutto aggiornamenti (Ramachandran,1995). In queste persone la maggiore interazione tra i due emisferi può comportare una maggiore flessibilità e una certa tendenza al pensiero divergente e laterale, cioè a pensare “out of the box”, come dicono gli americani. Certi studi hanno anche evidenziato come queste persone siano più credulone, persuasibili e comunque aperte a nuove idee (Christman et al,2008).

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Alcuni esempi di elementi fantasiosi nei testi di Electric Ladyland di Hendrix sono: “…sto in piedi vicino a una montagna e la frantumo con il bordo della mia mano” (Voodoo child), “…una nave gigantesca atterrava dallo spazio con una grazia sinistra e veniva a portarsi via i morti” (House burning down), “…riesco a sentire Atlantide piena di applausi” (Moon Turn The Tides…gently, gently away).

Sinead O'Connor
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Gli ambidestri risultano inoltre più tolleranti rispetto all’ambiguità (Garvey & Niebauer, 2003) e possiamo trovare diversi esempi di questa attitudine sia nei testi che nelle musiche di Jimi Hendrix. Si consideri ad esempio il titolo del brano del 1968 “If 6 was 9” (se 6 fosse 9), mentre a livello musicale possiamo citare il cosiddetto “accordo di Jimi Hendrix”, un Mi7#9, che contiene un intervallo di terza maggiore e minore, che conferiscono una caratteristica ambiguità tonale. Anche il look vagamente androgino del chitarrista poteva contribuire a conferire una certa ambiguità sessuale, soprattutto per l’epoca.

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Si potrebbe anche ipotizzare che questo particolare assetto cerebrale possa avere contribuito alla fragilità psicologica del nostro compianto chitarrista. Da alcuni studi è emerso infatti come gli ambidestri mostrino una maggiore prevalenza di disturbi psicotici (Chapman e Chapman, 1987). Sicuramente anche gli eventi di vita del periodo infantile possono avere avuto un certo peso nell’indurre Hendrix da adulto ad abusare di sostanze stupefacenti e psicofarmaci, fino a morire soffocato nel proprio vomito in seguito a un’ ingestione incongrua in un hotel di Kensington. Secondo una biografia (Shapiro e Glebbeek, 2010), nei primi tre anni di vita il piccolo Hendrix fu sballottato tra parenti e conoscenti a causa dello scarso accudimento da parte della giovane madre, che usciva spesso di casa a divertirsi e sbronzarsi, abbandonando il bambino. La nonna materna affidò poi il nipote a una famiglia che stava in California. Un’altra vittima innocente di un attaccamento disorganizzato? La storia di Jimi Hendrix è l’ennesimo esempio di come per un individuo la dotazione di un grandissimo talento funzionale sul piano artistico, in questo caso identificabile anche con un particolare assetto neuroanatomico, possa avere come rovescio della medaglia la vulnerabilità sul piano psicologico. Vi confesso che mi piace pensarlo mentre suona sorridente, magari accompagnato da una band extraterrestre, in qualche galassia dove la destra e la sinistra non sono poi così importanti…

 

 

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