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Psicoterapia Online: Come Curarsi (e Curare) da Casa

Psicoterapia Online: È possibile stando comodamente seduti nel proprio salotto? La risposta della comunità scientifica è sì.

Di Alessia Offredi

Pubblicato il 30 Ott. 2012

Aggiornato il 19 Feb. 2017 10:11

di Alessia Offredi

Psicoterapia Online: Come Curarsi (e Curare) da Casa. - Immagine: © Konstantin Li Fotolia.com.

Psicoterapia Online: È possibile stando comodamente seduti nel proprio salotto? La risposta della comunità scientifica è sì.

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Le prospettive più interessanti giungono dal Nord Europa, dove già da diversianni vengono ideati e proposti programmi di psicoterapia online rivolti a diverse fasce di età e destinati al trattamento di differenti disturbi.

In letteratura ricorrono alcuni elementi comuni ai programmi di supporto e psicoterapia online:

 

  • Il materiale self help, solitamente organizzato in moduli settimanali inviati al paziente, consiste in schede informative sui sintomi del disturbo trattato e sulle tecniche CBT applicabili autonomamente dai pazienti;
  • Oltre al materiale informativo e psicoeducativo, vengono assegnati ai pazienti compiti settimanali (homework), con lo scopo di aiutare gli utenti ad applicare le tecniche della terapia cognitivo comportamentale (come la stesura di un diario, la compilazione dell’ABC, …) e monitorare i progressi fatti. Vengono quindi svolti e inviati al terapeuta, che li valuta e ne restituisce un feedback;
  • Spesso è presente un forum volto a favorire la condivisione sociale e offrire spunti di riflessione agli utenti;
  • La chat costituisce uno spazio privato di confronto tra gli stessi utenti o tra utenti e terapeuta;
  • L’e-mail è lo strumento preferenziale per mantenere i contatti con il clinico, solitamente a scadenza settimanale.

I programmi possono anche usufruire di altri supporti e mezzi di comunicazione attraverso cui raggiungere i pazienti per favorire la continuità del percorso di psicoeterapia. È molto comune l’utilizzo di sms di notifica, per ricordare agli utenti la pubblicazione di nuovo materiale sulla piattaforma o la scadenza per la consegna degli homework.

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Cosa ne è dell’alleanza terapeutica e della relazione con il paziente? I dati dimostrano che nella psicoterapia online l’alleanza terapeutica non è deficitaria rispetto alla psicoterapia tradizionale. (Andersson, Paxling, Wiwe, Vernmark, Bertholds Felix,et al., 2012).

Probabilmente è anche meno determinante, alla luce del fatto che la maggior parte dei programmi di psicoterapia online si basa sull’utilizzo del materiale self – help e su un lavoro svolto in gran parte autonomamente dal paziente. In ogni caso, gli utenti si ritengono generalmente soddisfatti del supporto ricevuto.

L’efficacia di questo tipo di programmi è stata scientificamente supportata: il miglioramento del quadro sintomatico presentato alla baseline risulta significativo e viene mantenuto nel tempo (Ruwaard, Lange, Schrieken, Dolan  & Emmelkamp, 2012.) Ma questo non è l’unico aspetto positivo della psicoterapia online. Poter usufruire di un percorso terapeutico da casa è vantaggioso sia per chi ha difficoltà negli spostamenti (in Olanda è stato diffuso un programma per adulti con sintomi depressivi affetti da SM) sia per chi ha problemi di orario e non trova modo di recarsi da un professionista.

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 Inoltre, la garanzia dell’anonimato è assicurata e i costi sono ridotti. Il terapeuta, d’altro canto, può facilmente offrire il proprio supporto a più pazienti, con un evidente risparmio in termini di tempo.

Occorre, tuttavia, considerare alcune problematiche a cui è difficile fare fronte quando si parla di psicoterapia online. L’assenza totale di un contatto visivo con il paziente può causare delle difficoltà soprattutto in fase di diagnosi: pazienti con problematiche gravi necessiterebbero di un supporto psicoterapico tradizionale, la cui efficacia rimane indubbiamente superiore.

Inoltre, questo tipo di programmi sono solitamente indirizzati al trattamento di sintomi specifici di un disturbo in particolare ed escludono così il trattamento di ulteriori sintomi teoricamente estranei al disturbo, ma che il paziente potrebbe lamentare.

L’Italia comincia ora a muovere i primi passi in questa direzione: il primo programma  impostato su queste linee guida è costituito dal Progetto ProYouth, ma molte sono le prospettive offerte da questo campo su cui è necessario investire.

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