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Psico-educazione Emotiva: La Paura

La paura è una delle emozioni fondamentali degli esseri viventi, ci mette in guardia dai pericoli e ci spinge alla sopravvivenza.

Di Michela Muggeo

Pubblicato il 09 Ott. 2012

 

Psico-educazione emotiva: la paura. - Immagine: © afxhome - Fotolia.comLa paura è una delle emozioni fondamentali degli esseri viventi, ci mette in guardia dai pericoli e ci spinge alla sopravvivenza.

“Dentro faceva più freddo. La pelle del morto era sudicia, incrostata di fango e merda. Era nudo. Alto come me, ma più magro. Era pelle e ossa. Le costole gli sporgevano. Doveva avere più o meno la mia età. Gli ho toccato la mano con la punta del piede, ma è rimasta senza vita. Ho sollevato la coperta che gli copriva le gambe. Intorno alla caviglia destra aveva una grossa catena chiusa con un lucchetto. La pelle era scorticata e rosa. Un liquido trasparente e denso trasudava dalla carne e colava sulle maglie arrugginite della catena attaccata a un anello interrato. Volevo vedergli la faccia. Ma non volevo toccargli la testa. Mi faceva impressione. Alla fine, tentennando, ho allungato un braccio e ho afferrato con due dita un lembo della coperta e stavo cercando di levargliela dal viso quando il morto ha piegato la gamba. Ho stretto i pugni e ho spalancato la bocca e il terrore mi ha afferrato le palle con una mano gelata. Poi il morto ha sollevato il busto come fosse vivo e a occhi chiusi ha allungato le braccia verso di me. I capelli mi si sono rizzati in testa, ho cacciato un urlo, ho fatto un salto indietro e sono inciampato nel secchio e la merda si è versata ovunque. Sono finito schiena a terra urlando. Anche il morto ha cominciato a urlare. Mi sono dimenato nella merda. Poi finalmente con uno scatto disperato ho preso la corda e sono schizzato fuori da quel buco come una pulce impazzita. Pedalavo, mi infilavo tra buche e cunette rischiando di spezzarmi la schiena, ma non frenavo. Il cuore mi esplodeva, i polmoni mi bruciavano. Ho preso un dosso e mi sono ritrovato in aria. Sono atterrato male, ho strusciato un piede a terra e ho tirato i freni, ma è stato peggio, la ruota davanti si è inchiodata e sono scivolato nel fosso a lato della strada. Mi sono rimesso in piedi con le gambe che mi tremavano e mi sono guardato. Un ginocchio era sbucciato a sangue, la maglietta era tutta sporca di merda, una striscia di cuoio del sandalo si era spezzata. Respira, mi sono detto. Respiravo e sentivo il cuore placarsi, il fiato tornare normale e improvvisamente mi è venuto sonno.”(N. Ammaniti, Io non ho paura, pp. 52-53).

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La paura è una delle emozioni fondamentali degli esseri viventi, ci mette in guardia dai pericoli e ci spinge alla sopravvivenza.

Di fronte a un pericolo, infatti, il nostro corpo produce un ormone – la ben nota adrenalina – che induce cambiamenti fisici e mentali e che ci prepara all’azione: fuggo o rimango immobile (flight or fight). Se facciamo un salto indietro ai nostri antenati riusciamo a capire come questa emozione li abbia protetti da animali selvaggi o da vicini ostili.

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Attualmente, almeno nelle società occidentali, gli stimoli che ci inducono paura non sono più leoni o invasioni vicine, quanto piuttosto la perdita di un lavoro, un cambiamento di vita o il sommarsi di problemi quotidiani. Ma i cambiamenti corporei, il pensiero e le reazioni comportamentali rimangono le stesse dei nostri antenati. Così come la paura, ansia e preoccupazioni che spesso i nostri pazienti ci chiedono di curare (anzi, di eliminare!), sono estremamente utili e diventano un problema solamente quando vengono vissute in maniera esagerata o fuori contesto.

I cambiamenti corporei

“Ho stretto i pugni e ho spalancato la bocca e il terrore mi ha afferrato le palle con una mani gelata…Il cuore mi esplodeva, i polmoni mi bruciavano…Le gambe che mi tremavano”

Reazioni corporee della paura includono: bocca secca, aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, motilità intestinale, tensione muscolare, aumento della sudorazione. Il nostro corpo si sta preparando a una reazione immediata. Senza tali cambiamenti, infatti, saremmo del tutto inadeguati di fronte al pericolo.

Proviamo a pensare a un atleta a una finale olimpica: i sintomi ansiosi elevati possono essere paragonati a quelli della paura, senza i quali il nostro atleta non sarebbe pronto a reagire immediatamente al fischio di inizio e a dare il meglio di sè.

I cambiamenti psicologici

“Poi finalmente con uno scatto disperato sono schizzato fuori come una pulce impazzita”

La reazione psicologa a stimoli pericolosi o ansiogeni risulta in un cambiamento nel modo in cui noi pensiamo e che diventa adattivo in quel contesto, in quanto ci prepara a far fronte alla minaccia. Per esempio, quando siamo sotto particolari stress diventiamo più focalizzati sul problema, ci concentriamo più a lungo e incrementiamo le nostre capacità di problem-solving. Similmente, avvertiremo anche un cambiamento in ciò che proviamo, come l’essere più irritabili o tesi. 

I cambiamenti comportamentali

“I capelli mi si sono rizzati in testa, ho cacciato un urlo, ho fatto un salto indietro…Pedalavo, mi infilavo tra buche e cunette rischiando di spezzarmi la schiena, ma non frenavo…Ho preso un dosso e mi sono ritrovato in aria. Sono atterrato male, ho strusciato un piede a terra e ho tirato i freni, ma è stato peggio, la ruota davanti si è inchiodata e sono scivolato nel fosso a lato della strada. Mi sono rimesso in piedi…”

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche
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Le reazioni comportamentali alla paura consistono sostanzialmente nello scappare o nell’evitare. Se al parco mi accorgo che un ramo di un albero mi sta cadendo addosso, troverò la forza di fare un salto indietro all’improvviso e allontanarmi. Senza questo tipo di risposta, mi troverei schiacciato dal ramo. Sotto la spinta della paura, siamo in grado di fare cose che non avremmo mai pensato di riuscire a compiere.

I cambiamenti corporei, cognitivi e comportamentali fanno parte della natura delle emozioni, in particolare della paura, non solo per fare fronte agli stress ma, in ultimo, per garantirci la sopravvivenza. Si tratta, perciò, di esperienze vitali e necessarie. 

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Le cose cambiano quando lo stress diventa cronicamente intenso e slegato da stimoli contingenti. Nella seconda parte di questo articolo vedremo come i cambiamenti legati alla paura da adattivi diventano disadattivi, originando molti dei più comuni disturbi psicologici.

 

 

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