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Dipendenza in amore: Donne che non lasciano il partner violento

Dipendenza in amore: Cosa porta la donna a rimanere con il compagno violento? Love Addiction: relazione come droga, destinata a distruggere.

Di Francesca Fiore

Pubblicato il 21 Set. 2012

 

Donne che non lasciano il partner violento. - Immagine: © Warren Goldswain - Fotolia.comQualche tempo fa, sul quotidiano “La Repubblica”, mi è capitato di leggere un articolo dedicato alle donne che non riescono a lasciare il marito/compagno violento.

Come mai si è incapaci di abbandonare un partner aggressivo?

Forse come correttamente citato nell’articolo, questa modalità è dovuta all’incapacità di prospettarsi scenari alternativi, riconoscendo in quello attuale uno schema familiare simile ad un loro vissuto. Spesse volte si tratta discorgere nell’uomo l’unica alternativa di vita, oltre alla quale non è possibile visualizzare scenari diversi, ma alla resa dei conti si tratta solo della loro gabbia. Tutto questo in nome dell’amore, inteso secondo una visione distorta e atavica, come una forma di sottomissione, di devozione, di sofferenza. Di dipendenza in amore. 

La paura dell'abbandono. - Immagine: © deviantART Fotolia.com
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Mi sovviene un passo della Sacra Bibbia, la lettera di San Paolo Apostolo agli Efesini: “Le mogli siano sottomesse ai mariti…  il marito infatti è capo della moglie…”. Quindi, donne, sopportate tutto e non ribellatevi mai, il vostro partner è il vostro capo, quindi, subite senza apporre giudizio quanto vi viene inferto. Oppure, il recente libro, “Sposati e sii sottomessa” di Costanza Miriano in cui si afferma che ci sono ruoli familiari non degni di essere sottoposti a discussione, pena l’infelicità familiare e l’insoddisfazione personale.

Quindi, la donna deve abbandonare l’immagine avanguardista e ribelle per vestire i panni della donna di casa e di famiglia. Deve, dunque, riprendere il ruolo che da sempre le è stato concesso: obbedire alle regole dettate dal pater familias e che importa se spesse volte deve sottostare ai dettami dei maltrattamenti e delle angherie varie? Quindi, lo scenario prospettato è amore dimesso e sofferto in situazioni maltrattanti. Ma se l’amore equivale a soffrire allora si tratta di una forma di non affetto, quindi non è si ha un rapporto paritetico basato sullo scambio reciproco, ma sull’essere l’uno carnefice e l’altro la vittima, l’uno dominate  el’altro dominato. A questo punto si entra in una sfera relazionale non classificabile come amore. Si attiva, dunque, una spirale senza via d’uscita, dove gran parte delle volte si finisce con il soccombere di una dei due membri della coppia, sempre la donna, la cronaca docet.

Cosa porta una donna a rimanere con il compagno violento? Una possibile spiegazione è il pensare di non valere nulla senza l’aiuto dell’altro, di non avere alternative percorribili, di non essere capace di andare avanti senza una persona che in qualche modo possa  supportarla e amarla. Di non valere nulla, di essere il nulla.

I dati dicono che una donna maltrattata su due lascia il proprio compagno, quindi solo una donna su due è in grado di riprendere in mano la propria vita e di voltare pagina.

Alcuni affermano e sostengono sia la cultura d’appartenenza o la regione di provenienza, intrisa da mentalità gretta e stereotipata a portare ad accettare passivamente quello che accade tra le mura domestiche, ovvero a giustificare il partner fino al punto di riconoscere come amorevole una sberla.

Secondo le testimonianze portate da coloro che hanno subito i maltrattamenti, ciò che induce una donna a non lasciare il partner è la paura delle conseguenze del ribellarsi, paura che ci possano essere delle ripercussioni, paura chele vengano negati figli, paura di rimanere sole.

Ecco che subentra la patologia: la love addiction. La dipendenza in amore. Si intende una forma di affezione  intesa come “droga”. E’ uno stato patologico che in una coppia normale è destinato a portare alla distruzione della relazione.

Nella Love Addiction (Dipendenza in amore) si sceglie e si insegue una persona sfuggente, non disponibile, impegnata in qualcosa di più importante, idealizzata a prototipo del marito perfetto, ma che maltratta e camuffa la sua paura di perdere l’altro disprezzando e bistrattando. Si genera in questo modo una relazione nata sulla scia di una serie di paure che portano i due coniugi a autoinfliggersi sofferenza, fisica e psicologica. La donna affetta da “dipendenza in amore”, o Love Addiction, cerca nell’altro delle conferme essendo incapace di individuarle e riconoscerle in se stessa, per questo, l’altro diventa lo specchio ed il nutrimento da cui si finisce col dipendere. La differenza sostanziale con le altre forme di dipendenze, è che quella affettiva si sviluppa nei confronti di una persona e non di un oggetto, come la droga o l’alcool, e questo rende la dipendenza in amore più difficile da riconoscere e da contrastare.

L’amore dipendente:

  • è ossessivo, con la tendenza a esercitare un controllo assoluto sull’oggetto d’amore;
  • è parassitario, basato su continue richieste di assoluta devozione e di rinuncia da parte dell’amato;
  • è caratterizzato dalla stagnazione e dall’evitamento del sociale, ossia la tendenza a chiudersi alle esperienze esterne per paura del cambiamento, soffocando qualsiasi desiderio o interesse personale in nome di un amore che occupa il primo posto nella propria vita;
  • è contrassegnato da dedizione totale ai voleri dell’altro, determinando una mancanza di riconoscimento delle proprie necessità.

Una forma più severa di dipendenza in amore è costituita dalla co-dipendenza. Il co-dipendente rinuncia ai propri bisogni e desideri, disconoscendoli e negandoli, per abbracciare in toto la volontà dell’altro violento. I co-dipendenti hanno sempre la tendenza a coinvolgersi in relazioni con persone con gravi disturbi di personalità, con disturbi del controllo degli impulsi o co-dipendenti. I partner del co-dipendente è una persona maltrattante che, nella maggior parte dei casi, perpetua comportamenti già vissuti nell’infanzia un ambiente familiare intriso di violenza e per questo non considerato un problema da parte della compagna. Quindi, la donna che subisce giustifica il maltrattamento perché avendolo subito lo trova una forma di riconoscimento affettivo.

Quindi, concludendo, per quanto doloroso e sofferto possa essere lasciare un compagno maltrattante, è importante diventare consapevoli di avere una relazione fallimentare, e tornare a vivere accettando di essere sole, ma al sicuro.

 

 

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