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Corso di Perfezionamento CBT in Sessuologia – PARTE 2

Corso di Perfezionamente CBT in Sessuologia: la Terapia Mansionale Integrata risulta la terapia d’elezione per le disfunzioni sessuali.

Di Simona Giuri

Pubblicato il 19 Set. 2012

 

Corso di Perfezionamento Cognitivo-Comportamentale in Sessuologia

 – LEGGI LA PRIMA PARTE DELL’ARTICOLO –

Riprendiamo il reportage dal corso di perfezionamento cognitivo-comportamentale in sessuologia organizzato da Studi Cognitivi, sede di Modena.

L’intervento del Dr. Zanoni illustra la Terapia Mansionale Integrata, terapia d’elezione per le disfunzioni sessuali, laddove queste non siano secondarie a difficoltà psicologiche e/o relazionali  primarie  e gravi.

La TMI consiste nella prescrizione alla coppia o al singolo di esercizi comportamentali che si organizzano in diversi percorsi, a seconda del problema da affrontare, ma caratterizzate da 4 tappe fondamentali: la conoscenza di sé, la conoscenza dell’altro (e di sé tramite l’altro), la conoscenza del proprio piacere e delle proprie emozioni, la conoscenza del piacere di coppia e dell’intimità.

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La conoscenza di sé comprende la conoscenza personale, comportamentale, cognitiva e relazionale dal punto di vista sessuologico, quindi si parte da una conoscenza del proprio corpo e delle proprie risposte sessuali attraverso l’esplorazione visiva e tattile dei propri genitali (fino alle modalità di stimolazione degli stessi), passando attraverso  la consapevolezza dei propri pensieri, del proprio dialogo interno, del proprio immaginario, e delle proprie emozioni attraverso un processo di auto osservazione, fino al riconoscimento dell’aspetto relazionale del proprio comportamento, e quindi la capacità di riconoscere il comportamento dell’altro come una “risposta” evocata da noi.

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Nella conoscenza dell’altro  e di sé tramite l’altro, il partner diventa una sorta di specchio in cui osservarsi, sempre su tre livelli: livello comportamentale in cui vi è la conoscenza del corpo e delle risposte sessuali del partner e della percezione di sé attraverso il contatto con l’altro; livello cognitivo, in cui scoprire le risposte emotive e i desideri dell’altro come fonte di arricchimento e diversità; e il livello relazionale in cui conoscere i giochi di coppia e i ruoli giocati.

Nella conoscenza del piacere a livello comportamentale ci si espone a livelli di piacere orgasmico in maniera “egoistica”, con l’unico scopo di soddisfare i propri desideri; a livello cognitivo l’obiettivo è vivere pienamente l’esperienza emozionale consapevoli della sua non controllabilità e infine sviluppare il processo di “affidamento” nella relazione e di delega del controllo come inizio di un processo di cooperazione.

Nella conoscenza del piacere di coppia e dell’intimità, a livello comportamentale si esplorano i comportamenti utili a procurare reciprocamente piacere, mentre a livello cognitivo si elaborano le esperienze di esposizione a livelli di intimità crescente con la condivisione delle emozioni sessuali; infine a livello relazionale si sperimenta  l’affidamento reciproco come traguardo di un processo di cooperazione.

Queste quattro tappe sono comuni ad ogni iter terapeutico, differenziandosi poi nello specifico delle mansioni per i diversi disturbi sessuali, articolandosi e sfumandosi l’una nell’altra nel processo terapeutico, in cui si sovrappongono e vengono affrontate a diversi livelli di complessità.

E’ con la lezione della Dr.ssa Rebecchi che entriamo nel vivo del Trattamento, iniziando con le Disfunzioni Sessuali Maschili. 

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Il DSM-IV-TR (APA, 2001), definisce le Disfunzioni Sessuali come caratterizzate da un’anomalia del desiderio sessuale e delle modificazioni psicofisiologiche  che caratterizzano il ciclo di risposta sessuale, e causano notevole disagio e difficoltà interpersonali. 

Due sono le Disfunzioni trattate: l’ Eiaculazione precoce (EP)  definita come la  persistente o ricorrente eiaculazione a seguito di minima stimolazione sessuale prima, durante,o poco dopo la penetrazione e prima che il soggetto lo desideri e il Disturbo Maschile dell’Erezione (DE), la cui caratteristica fondamentale è una persistente o ricorrente incapacità di raggiungere, o di mantenere fino al completamento dell’attività sessuale, un’adeguata erezione . 

Le disfunzioni sessuali possono essere il risultato di molteplici fattori eziologici, sia organici che psicologici, per  cui di fondamentale importanza è la valutazione del sintomo sessuale, qualunque esso sia, che comprenderà un’anamnesi dettagliata degli aspetti fisici, psichici, relazionali, familiari e socio-culturali della persona che presenta un problema sessuologico.

Questa analisi permetterà al terapeuta di formulare una restituzione al singolo o alla coppia, di tipo “ricostruttivo” per una lettura integrata dei diversi elementi indagati, utilizzando la curva della risposta sessuale e fornendo un primo intervento di tipo psicoeducativo.

Come abbiamo visto la Terapia Mansionale Integrata prevede quattro fasi con prescrizioni precise, comuni e diverse allo stesso tempo, nel senso che rappresentano un canovaccio sul quale però costruire iter terapeutici personalizzati.

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L’illustrazione dei protocolli di trattamento per le disfunzioni sessuali maschili ha permesso, grazie all’esperienza della pratica clinica della docente, di comprendere come meglio snodare e concettualizzare il funzionamento della persona che porta un sintomo sessuologico, con l’utilizzo flessibile e personalizzato delle mansioni, al fine di un intervento efficace.

I primi colloqui sono finalizzati alla ricostruzione del problema e la sua riformulazione per la formulazione di un contratto, ogni seduta inizierà con l’analisi delle mansioni e terminerà con la prescrizione delle mansioni successive.

Lo scopo della terapia non è solo la scomparsa del sintomo, ma anche il mantenimento del risultato raggiunto, perché quindi sia stabile è importante che cambino nella coppia i comportamenti, le emozioni, le convinzioni sulla sessualità, nonché che si modifichi l’interazione reciproca di questi elementi. 

La TMI  è una terapia sostanzialmente di coppia, ma i suoi principi possono essere applicati anche a terapie individuali: in tal caso dovranno modificarsi alcune caratteristiche significative, la principale delle quali è la ricerca della cooperazione e dell’intimità della coppia. 

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In tal senso, non ci sono le indicazioni per una TMI nel singolo quando la domanda sessuale è mascherata e/o è generata da problemi individuali e relazionali altri, nella coppia quando la discordia sessuale provoca la discordia coniugale, quando la discordia coniugale mortifica la disfunzione sessuale  e/o, è grave ed associata a forte ostilità.

L’esperienza che costantemente emerge dalle esemplificazioni cliniche rimanda e sottolinea l’importanza del terapeuta che non assume il ruolo di “chi sa e comanda”, pur essendo una terapia esplicitamente direttiva, ma dovrà rappresentare, come dice Bowlby (1998), la base sicura da cui la coppia può partire per compiere esplorazioni sempre più lunghe e complesse nel mondo della sessualità.

 

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BIBLIOGRAFIA:  

  • American Psychiatric Association, Washington, D.C., 2000.Trad.it., DSM-IV-TR Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. IV ed. Text Revision. Masson, Milano, 2001.
  • Fenelli, A. & Lorenzini, R. (1991) Clinica delle disfunzioni sessuali, Carrocci Ed.
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