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Soddisfazione matrimoniale: chi trova un marito, trova un tesoro!

Soddisfazione matrimoniale: una relazione stabile e duratura ha ricadute positive sul benessere ed è fattore protettivo per lo sviluppo di disturbi depressivi.

Di Sara Della Morte, Ursula Catenazzi, Giuseppina Di Carlo

Pubblicato il 29 Giu. 2012

 

soddisfazione matrimoniale- chi trova un marito, trova un tesoro - Immagine: © Nuvola - Fotolia.comSposarsi fa bene, al corpo e alla mente. Uno studio promosso dalle Università Cornell e Stony Brook di New York, ha esplorato, attraverso la Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI), i correlati neurali della soddisfazione matrimoniale rispetto al benessere psicofisico dell’individuo. Il campione dello studio era composto da 17 individui, 10 femmine e 7 maschi, stabilmente sposati in media da 21 anni, già testati in un precedente studio della dr.ssa Acevedo riguardante l’amore romantico (Acevedo et al, 2011). Ai partecipanti è stato somministrato un test per valutare il “benessere matrimoniale” (il “Relationship Assessment Scale”, Hendrick 1988) correlando i punteggi del questionario con l’attività cerebrale dei soggetti mentre guardavano delle immagini dei loro coniugi.

Gli obiettivi della ricerca riguardavano diverse ipotesi da verificare. Per prima cosa è stata ipotizzata un’associazione significativa tra soddisfazione matrimoniale (con un focus sull’amore passionale) e l’attivazione del sistema dopaminergico (area ventrale tegmentale), noto anche come il sistema della facilitazione comportamentale (Hare et al. 2008).

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In secondo luogo è stato ipotizzato un legame tra la qualità percepita della relazione matrimoniale e l’attivazione cerebrale di aree deputate  al decision-making e ai meccanismi di ricompensa(corteccia orbitofrontale), fondamentali per l’Homo Sapiens, nella scelta di un partner in grado di intrattenere una relazione di interdipendenza che dia benessere e favorisca la possibilità di sopravvivenza e riproduzione della specie (Fisher 2000).

La terza ipotesi prevedeva che tale soddisfazione nel rapporto tra due coniugi fosse associata all’attivazione di regioni come l’insula, implicate nei processi emotivi e nella capacità empatica al fine di mantenere una relazione stabile e sicura(Bowlby 1969, Eisenberg et al. 1987, Gable et al. 2004, Sullivan et al. 2010, Waldinger et al. 2004).

Infine la quarta ipotesi considera la correlazione tra il decremento di stati di stress e depressione e alti livelli di soddisfazione matrimoniale (per una meta-analisi si veda Whisman 2001) con attivazione dell’area del cingolato sottocalloso (Lozano et al. 2008, Mayberg et al. 2005).

La conferma delle ipotesi suggerisce che una relazione stabile e duratura abbia delle ricadute positive non solo sulla qualità di vita e il benessere, ma costituisca un fattore protettivo rispetto allo sviluppo di disturbi depressivi. 

Il contributo significativo dei legami sociali positivi per il benessere psicofisico è ben noto già dagli anni ’50, quando Harlow dimostrò l’effetto negativo dell’isolamento sociale nelle scimmie. Da allora numerose ricerche si sono focalizzate sul legame tra matrimonio e ricadute sulla salute (per un approfondimento si veda la meta-analisi di Proulx et al. 2007). 

Questa ricerca ha il merito di associare la soddisfazione matrimoniale ad aree ben precise del cervello e di supportare le teorie che ipotizzano il ruolo del sistema di attaccamento nel sistema di regolazione psicobiologica e comportamentale (Sbarra & Hazan 2008). I risultati suggeriscono inoltre l’associazione tra la soddisfazione relazionale con l’attività neurale di sistemi implicati nell’empatia e nei comportamenti imitativi, alla base della capacità di rispondere ai bisogni del partner. Inoltre suggeriscono come, uno dei segreti per un’unione felice e duratura, possa essere quello di mettere in atto comportamenti volti a migliorare la relazione con l’altro.

 

 

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