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Schema Therapy e Disturbo Narcisistico: Workshop di Wendy Behary

Workshop della Dott. Wendy Behary sulla Schema Therapy per il Disturbo Narcisistico di Personalità.

Di Luca Calzolari

Pubblicato il 28 Giu. 2012

Aggiornato il 05 Lug. 2012 14:20

 – Leggi tutti gli articoli sulla Schema Therapy – 

Workshop Schema Therapy per il Disturbo Narcisistico di Personalità - Relatrice: Wendy Behary.
Workshop Schema Therapy per il Disturbo Narcisistico di Personalità - Relatrice: Wendy Behary.

Ciò che mi ha spinto ad assistere al Workshop della Dott.Behary sul Disturbo Narcisistico di Personalità è stata sicuramente la curiosità; curiosità per come la Schema Therapy concettualizza e affronta un disturbo complicato soprattutto nella relazione che si attiva in terapia. Non a caso parlo di relazione poiché proprio questo è stato il filo conduttore nella due giorni in cui la Dott.ssa Behary ha affrontato sia il trattamento individuale, e quindi come i nostri schemi possano entrare in contatto con quelli del paziente, sia quello di coppia con grande attenzione verso le dinamiche che possiamo ritrovare tra il narcisista ed il suo partner.

L’attenzione, il sostegno, l’accettazione e l’empatia sono tra i bisogni emotivi primari non soddisfatti nell’infanzia di un paziente narcisista. Il “Bambino solo”, che è poi un mode centrale nel disturbo è un bambino, rifiutato, non degno di essere amato che viene valutato positivamente dai genitori solo in base ai risultati che riesce ad ottenere. E’ questo il lato estremamente fragile del soggetto narcisista, con cui evita di confrontarsi proprio perché richiamerebbe quelle dolorose memorie antiche di non amabilità. Nelle relazioni questo aspetto ovviamente viene tenuto ben lontano e anzi qualsiasi emozione riconducibile a quel mode viene giudicata in maniera negativa e sprezzante “chi chiede aiuto è un debole, un perdente”. Emerge invece il mode dell’”Auto-esaltatore”: è lo stesso bambino che reagisce a quei sentimenti di deprivazione emotiva e di inadeguatezza attraverso una ipercompensazione, comportandosi in maniera pretenziosa cercando di raggiungere una posizione di prestigio, funzionale un tempo con papà e mamma. Questa era ed è la strategia che il narcisista mette in atto nelle relazioni, attivando poi nell’altro quei circuiti interpersonali che portano spesso alla rottura della stessa.

Analisi Critica della Schema Therapy - Immagine: © robodread - Fotolia.com
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In terapia più spesso ci troviamo invece di fronte ad un soggetto che sta come in una nicchia, che su quelle emozioni dolorose ha costruito un muro che vede bene di non togliere. E’ il Mode del “Protettore Distaccato” che spesso arriva in seduta perché inviato dal partner che non riesce più a sopportarne gli atteggiamenti. Quando la Dott.ssa Behary ha così descritto una delle più frequenti motivazioni del soggetto narcisista ho avuto un dubbio relativo proprio alla difficoltà di poter costruire un contratto terapeutico con soggetti con disturbo di personalità la cui unica motivazione è principalmente esterna. Penso che oltre a queste richieste, in cui la possibilità di drop- out è estremamente alta, possano essercene altre, magari provenienti proprio dal soggetto. Mi riferisco a vaghi e mal descritti episodi d’ansia, in cui comunque spesso la causa sono gli altri, ma su cui è possibile costruire un contratto e dove il lavoro terapeutico può riuscire successivamente a far emergere ed etichettare i vari modes. Questo momento è accompagnato da una parte razionale in cui il terapeuta descrive e condivide con il paziente la loro comparsa e da un atteggiamento accudente in cui le emozioni emerse vengono validate ed accolte.

Come detto, la relazione con il “Protettore Distaccato” è complicata dalla ricerca assoluta che il soggetto ha di evitare di far emergere il “Bambino Solo” e quindi dalla povertà di emozioni riportate, da un linguaggio astratto e puramente cognitivo. La Dott.ssa Behary in alcune simulate ha mostrato la difficoltà nell’aiutare il paziente ad accedere alle emozioni da lui tenute più nascoste.

 

Terapeuta: Non è che non le credo, o che pensi stia mentendo. E’ solo che, secondo me, esiste un’altra risposta- una più profonda e più autentica. La sua parte più resistente, però, non le permetterà mai di essere onesto e aperto fino a quel punto per paura, magari, di sentirsi sciocco, o farsi del male…sentirsi in colpa…privo di valore”.

 

Schema Therapy e Disturbo Narcisistico: Workshop di Wendy Behary - Immagine: Proprietà di State of Mind
Da sinistra: la Dott.ssa Silvia Taddei, la Dott.ssa Wendy Behary e il Dot. Luca Calzolari

L’intervento è estremamente potente da un punto di vista emotivo (proprio il piano su cui il paziente avverte le maggiori difficoltà) e quindi proporlo all’inizio del trattamento quando magari la motivazione stessa è scarsa è dal mio punto di vista possibile causa di una rottura di una relazione ancora non costruita, sulla cui regolazione verterà il lavoro maggiore.

Scopo ultimo della terapia è costruire un mode “Adulto Sano”, vicariato all’inizio dal terapeuta, che possa occuparsi del bambino fragile fondamentale per potersi sentire compreso ed accudito. Penso che un passaggio fondamentale della terapia sia riuscire a mostrare come quelle condotte di iper-compensazione avevano un vantaggio in un determinato momento della sua vita, ma come queste siano poi mantenute e rinforzate negli anni. Il nostro obiettivo, complicato e difficilissimo, è costruire la relazione perché il paziente impari che siamo qui per quel bambino solo e non per l’autoesaltatore, come probabilmente facevano invece i genitori, cercando sempre di validare quelle emozioni che sono state prima fonte di critica.

 

 

BIBLIOGRAFIA

  • Young, J., Klosko, J, &  Weishaar, M. (2007). Schema Therapy. Firenze: Eclipsi Editore.  
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