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I videogames d’azione migliorano l’ Attenzione Visiva

L'uso di videogames può causare differenze nelle attivazioni cerebrali e migliorare funzioni cognitive importanti quali l’ attenzione visiva.

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 03 Mag. 2012

Aggiornato il 11 Gen. 2018 11:29

– Rassegna Stampa – 

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze PsicologicheUn gruppo di ricercatori guidati dal professor Ian Spence presso la University of Toronto suggerisce che giocare con dei videogiochi d’azione, anche se per periodi di tempo relativamente brevi, può causare differenze nelle attivazioni cerebrali e in particolare miglioramenti nelle performance di una funzione cognitiva importante quale l’attenzione visiva.

A venticinque soggetti – che non avevano mai giocato precedentemente con videogiochi- è stato chiesto di giocare a un videogame per un totale di 10 ore suddivise in sessioni da un’ora ciascuna.

Sedici soggetti hanno giocato a un videogioco d’azione (in prospettiva di prima persona), mentre un gruppo di controllo di 9 soggetti ha giocato a un semplice puzzle game digitale.

Come pre e post assessment i soggetti sono stati sottoposti alla misurazione dell’attività elettrica cerebrale mentre erano impegnati in un compito di attenzione visiva in cui cercavano di individuare un oggetto target tra altri distrattori presenti nel campo visivo.

I risultati evidenziano che i partecipanti che avevano giocato a un videogame d’azione in prospettiva di prima persona presentavano migliori performance nel task di attenzione visiva e cambiamenti significativi in termini di attività elettrica cerebrale rispetto a coloro che avevano giocato al puzzle game digitale. La manipolazione sperimentale dell’attività di videogaming ha consentito quindi di identificare specifici cambiamenti di performance in un task attentivo e di attività elettrica cerebrale come esito di un periodo di gioco con videogames d’azione in prospettiva di prima persona.

La ricerca è stata finanziata da Natural Sciences and Engineering Research Council of Canada e pubblicata in questi giorni su Journal of Cognitive Neuroscience.

 

 

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Redattrice di State of Mind

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