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Come la Percezione dello Sguardo altrui cambia il nostro Comportamento

Il sistema di rilevamento dello sguardo, congenito in tutti noi, può essere attivato anche da un “simulacro” di occhi umani (es. un poster).

Di Ursula Catenazzi, Sara Della Morte, Giuseppina Di Carlo

Pubblicato il 23 Mag. 2012

Aggiornato il 01 Mar. 2016 16:47

 

Come la Percezione dello Sguardo altrui cambia il nostro Comportamento. -- Immagine: © magann - Fotolia.com Leggendo “Il Signore Degli Anelli” tutti ci siamo chiesti “Ma veramente il grande nemico è un occhio gigante?” Ebbene sì. Uno sguardo può essere più severo di mille parole. Ma oggi sappiamo che anche un simulacro di sguardo umano basta per farci rigare dritto!

Da piccoli siete mai stati fulminati con lo sguardo dalla mamma mentre stavate compiendo qualche marachella? Improvvisamente il corpo si irrigidisce, un non ben definito senso di imbarazzo pervade il corpo e in pochi istanti cessiamo di fare quello che stavamo facendo. Tutti quanti siamo più inclini a violare le regole quando non siamo osservai. Chi non ha mai giocato al famoso suona e scappa quando nessuno lo poteva vedere? Thomas Jefferson probabilmente aveva in mente una situazione simile quando scrisse “Quando fai qualcosa, agisci come se tutto il mondo ti stesse guardando” (Van der Linden, 2011).

Se tutti più o meno conosciamo già questo potere dello sguardo degli altri, oggi, grazie a una ricerca condotta dal gruppo di ricercatori dell’Università di Newcastle, sappiamo che per farci sentire come se tutto il mondo ci stesse guardando e farci così cambiare in meglio il nostro comportamento basta l’immagine di due occhi che ci fissano su un manifesto (Ernest-Jones & al. 2011).

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Il gruppo di ricerca ha condotto questo esperimento grazie all’aiuto inconsapevole dei colleghi, dei quali per 32 giorni consecutivi hanno registrato i “comportamenti di pulizia”, ovvero riportare il vassoio sporco nell’apposito carrello, mentre erano alla mensa principale dell’Università. Per poter determinare l’effetto degli occhi sul comportamento i ricercatori hanno affisso a giorni alterni al livello degli occhi dei commensali differenti manifesti, con o senza una scritta corrispondente, raffiguranti volti femminili o maschili, oppure raffiguranti cose diverse come un mazzo di fiori. Dall’esperimento è emerso che quando sulle pareti c’erano manifesti raffiguranti occhi, rispetto a fiori, il doppio delle persone puliva il tavolo al termine del pasto. Inoltre è emerso che, quando nella mensa c’erano poche persone, tale effetto era indipendente dalla presenza o meno sul poster di un messaggio esplicito di pulizia, suggerendo che forse le istruzioni verbali possono aumentare comportamenti di cooperazione solo in contesti affollati.

L’esperimento di Ernest-Jones e colleghi si inserisce in una lunga tradizione di studi svolti in laboratorio volti ad indagare e stimolare la cooperazione fra gli esseri umani. Già negli anni settanta Robyn Dawes e colleghi hanno dimostrato come la presenza di altre persone in una stanza tende ad avere un effetto positivo (in senso altruistico) su soggetti che dovevano risolvere un dilemma di natura sociale (Reid, K.H. & Dawes, M.R. 2001).

Più recentemente Ekström ha pubblicato un interessante lavoro su una rivista di economia dimostrando nuovamente il potere degli “occhi disegnati” anche fuori dal laboratorio. Infatti ha condotto uno studio in un supermercato Svedese per vedere se una semplice immagine di occhi fosse in grado di influenzare la generosità dei clienti alle prese con comune problem solving (Ekström; 2011). In Svezia, come negli USA, tutti coloro che riciclano lattine e bottiglie portandole nelle “macchine per il riciclo” dei centri commerciali, ricevono un compenso in denaro. Solitamente accanto a queste macchine ci sono delle scatole che invitano a lasciare una donazione in favore di organizzazioni caritatevoli. Per condurre l’esperimento Ekström, ha posizionato sulle macchine di 38 supermercati per 12 giorni consecutivi delle immagini di occhi umani, valutando così le scelte fatte da ben 16775 persone. Dall’analisi dei dati non è emerso un effetto generale dell’immagine, tuttavia correlando i dati con il giorno di raccolta dei dati è emerso un aumento del 30% nelle donazioni nei giorni in cui l’affluenza di persone al supermercato era minore.

La felicità è negli occhi di chi guarda © Konstantin Sutyagin - Fotolia.com
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Questi risultati mostrano chiaramente come sottili stimoli sociali, social cues, sono in grado di indurre comportamenti positivi nelle persone, tuttavia la potenza di questi stimoli cambia molto in base al contesto e soprattutto tende a essere nulla in presenza di stimoli sociali più forti.

Questi innovativi esperimenti hanno permesso di scoprire che il naturale sistema di rilevamento degli sguardi, congenito in tutti noi e nato soprattutto per individuare i nemici in agguato, può essere attivato anche da un “simulacro” di occhi umani (Van der Linden, 2011). Interessante scoperta se ci pensiamo: invece di appendere cartelli con la scritta “vietato calpestare l’erba” o “non scrivere sui muri” si potrebbero semplicemente apporre tante foto di occhi accigliati che fulminano tutti i trasgressori…proprio come faceva la mamma!

 

 

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