Il fumo è come una bella donna, l’ami ma ti rendi conto che non è quella giusta per te.
La lasci. Poi cominci a vagheggiarla, ti rendi conto che la tua giornata è triste senza di lei.
E pian piano dimentichi guai e tormenti, incominci a scriverle, a pregarla di tornare con te.
L’amore fa male, ma la mancanza d’amore ancora di più.
(David Lynch)
Almeno una volta nella vita di ogni fumatore c’è stato un momento in cui il pensiero è andato verso l’ultimo pacchetto di sigarette e verso l’idea di porre fine a questa costosa e quotidiana dipendenza. Quanti ultimi pacchetti quante ultime sigarette nella storia di noi fumatori.
Oggi una nuova ricerca pubblicata sul Journal of Abnormal Psycology ci aiuta a motivare la nostra fatica a smettere. Nell’abitudine al fumo si identificano una dipendenza fisica e una dipendenza psicologica che vanno ad alimentarsi l’un l’altra, con il conseguente raggiungimento di un piacevole buon umore a cui difficilmente si riesce a rinunciare.
Fumare, tenere tra le mani una sigaretta, portarla alla bocca, la gestualità in sé ci infonde sicurezza, ci da in un qualche modo la sensazione di poter avere il controllo sugli eventi esterni e di poter recuperare una quota di controllo di sé. Lo studio dei ricercatori dell’Università della Florida del Sud – Moffit Cancer Center, di Tampa (Usa), ha coinvolto 132 soggetti fumatori.
Il campione è stato poi casualmente diviso in due gruppi. Ad entrambi i gruppi è stato fatto vedere un video contenente immagini di degrado ambientale ad alta valenza emotiva. Ad un gruppo, però, è stato permesso di esprimere in modo naturale le proprie reazioni emotive senza perdere però il controllo, mentre all’altro gruppo è stato permesso di esprimere le emozioni provate dando ai partecipanti anche la possibilità di perdere l’autocontrollo. Dopo questa prima fase a metà dei partecipanti di uno e dell’altro gruppo è stato permesso di fumare una sigaretta mentre all’altra metà no. Contemporaneamente è stato chiesto ai partecipanti dello studio di compiere un compito frustrante che richiedeva autocontrollo.
I risultati dello studio mostrano una differenza significativa nella risposta comportamentale di chi ha potuto fumare una sigaretta rispetto a chi non aveva avuto questa possibilità. È stato infatti verificato che chi si è fumato una sigaretta ha recuperato più velocemente degli altri la percezione di controllo sulla situazione e sul sé e conseguentemente il buonumore.
Certo per quanto il ritrovare una condizione di self-control e di buonumore sia una buona motivazione per accendersi una sigaretta,
è necessario ricordare che lo è ma in modo disadattivo, quindi forse la soluzione starà nel trovare delle strategie alternative che permettano ai fumatori di ritrovare quella piacevole sensazione di buonumore e relax.
BIBLIOGRAFIA:
- Heckman,B.W., Ditre,J.W. and Brandon,T.H. The restorative effects of smoking upon self-control resources: A negative reinforcement pathway.. Journal of Abnormal Psychology, 2012; 121 (1): 244