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Psicoterapia: Ellis & il Disputing sulla Tolleranza della Frustrazione

Ellis affronta il problema della frustrazione. e della sua tollerabilità e il metodo che usa è stoico: l'Accettazione della frustrazione.

Di Giovanni Maria Ruggiero

Pubblicato il 10 Apr. 2012

Aggiornato il 16 Apr. 2012 09:51

 

Testa e cuore (e anche altro): il disputing alla Ellis sulla tolleranza della frustrazione

Psicoterapia: Ellis & il Disputing sulla tolleranza della Frustrazione. - Immagine: © frenta - Fotolia.com Nel capitolo precedente abbiamo visto come Ellis punti molto sulla critica delle doverizzazioni come primo pilastro per abbattere queste cosiddette convinzioni irrazionali. Questa critica, per Ellis, deve essere condotta in maniera aggressivamente propagandistica, poiché la radice delle doverizzazioni è profondamente radicata nell’essere umano da forze sociali e storiche il cui obiettivo è l’oppressione e il controllo sociale. Forze anti-individualistiche, quindi.

Nel terzo capitolo di Ragione ed emozione in psicoterapia Ellis discute e critica undici idee irrazionali, e si tratta per lo più di idee sociali. Parrebbe dunque che la terapia di Ellis sia tutta volta al superamento di una sorta di oppressione sociale storicamente determinata da poteri sociali: lo stato, l’opinione pubblica, il decoro, la reputazione, i tabù religiosi. Una terapia ribelle e individualistica.

Nel quarto capitolo tuttavia questo quadro si ribalta. Ellis affronta un nuovo problema, quello della frustrazione e della sua tollerabilità. Per quanto Ellis sia un individualista egli tuttavia non è un ottimista, o almeno non è un ottimista ingenuo. Egli non crede che rigettando tutti i “must”, tutte le doverizzazioni, l’uomo si liberi di tutte le sue infelicità, di tutti i suoi disagi. Anzi, scopriamo che al fondo della terapia di Ellis si cela un nucleo di pessimismo stoico.

Psicoterapia: a che le serve ragionare così? Il Disputing Pragmatico secondo Ellis. - Immagine: © zero13 - Fotolia.com
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E lo scopriamo leggendo il rapporto di un lungo dialogo terapeutico tra Ellis e un suo paziente, tale Mervin Snodds di 23 anni. Costui si lamenta del fatto di dover stendere dei noiosi inventari, suo compito da svolgere per un tirocinio che egli sta completando. Qui vediamo Ellis all’opera per cambiare le convinzioni di Mervin. E il metodo che Ellis usa è appunto stoico: accettazione della frustrazione. Accettazione che avviene attraverso due strade.

La prima è ancora di tipo conoscitivo: la riformulazione in termini sopportabili dell’esperienza negativa. Fedele alla sua impostazione, per la quale la sofferenza psicologica dipende dalle piccole sciocche frasi che ci diciamo, dagli indottrinamenti che ci infliggiamo, Ellis incoraggia Mervin a capire che cosa egli dice a se stesso mentre compila l’inventario. Egli dice che si tratta di un compito noiosissimo, insopportabile, tremendo. A essere sinceri, è piuttosto Ellis che suggerisce a Mervin che egli dica questo a se stesso. Ma effettivamente Mervin da il suo assenso. Dopodiché Ellis esorta Mervin a dire a se stesso che il tutto è piuttosto una situazione effettivamente abbastanza noiosa, ma non tremenda e tantomeno insopportabile. La tecnica di Ellis è quindi di trasformare l’etichetta da “evento catastrofico insopportabile” a “evento negativo ma sopportabile”.

Nella stessa pagina dell’edizione italiana Ellis consiglia addirittura a Mervin di accettare il compito di avere cura dell’inventario e di comprendere le ragioni del suo datore di lavoro, e addirittura di comprenderne le ragioni umane perfino nel caso in cui il capo effettivamente sbagliasse nell’aver affidato a Mervin la responsabilità di chiudere l’inventario. Un bel rovesciamento delle aspettative: il ribelle Ellis che diventa il propangandista della stoica accettazione dell’inevitabile male del mondo. O meglio dell’inevitabile fastidiosità del mondo.

Non esistono dunque per Ellis emozioni insopportabili. Siamo noi che le rendiamo tali definendole insopportabili. È sufficiente invece etichettarle in maniera più neutra come emozioni fastidiose ma sopportabili. Un elenco di queste emozioni sopportabili comprende la delusione, la preoccupazione, il fastidio stesso, la noia, la tristezza, il rammarico e infine la frustrazione.

Questo ultimo passaggio, occorre sottolinearlo, avviene per pura tecnica persuasiva. Ellis si limita a esortare il paziente e spiegargli che egli semplicemente può sopportare e accettare tutto, se semplicemente lo dice a se stesso convincendosene. Non c’è alcun particolare disputing o ragionamento logico da effettuare qui. Si tratta solo di ridefinire, rietichettare, riformulare. E forse di credere.

La dimostrazione migliore della natura persuasiva e non logica di questa mossa, che si può definire la mossa finale di ogni terapia REBT o ellisiana che dir si voglia, la si può trovare in un video pubblicato su Youtube: 

 

Cliccando ascoltiamo, dopo una breve introduzione, Ellis in persona che parla con un suo allievo, Jeffrey Guterman. Allievo che si definisce “depresso”. Vediamo cosa gli risponde Ellis.

  • Ellis (nel video al minuto 3’58”): Giusto. Ma per quale motivo sei depresso? Right. But what are you depressed about?
  • Guterman: Beh, per una serie di cose. Well, a series of events.
  • Ellis: Si Yeah.
  • Guterman: Una è che ho portato l’auto in officina e ho scoperto che devo spendere, uh, più di 600 dollari. One was I took my car in and I found out I had to, uh, spend over $600.
  • Ellis: Bene, è spiacevole, ma cosa stai dicendo a te stesso? Che è orribile? O cosa? Alright, so that’s unfortunate, but what are you telling yourself? That it’s horrible? Or what?
  • Guterman: Si, più o meno quello. Yeah. Pretty much so.
  • Ellis: Bene. Ma tu faresti meglio a pensare “è veramente una regale inculata, ma posso sopravvivere” Right. But you better go back to, “It’s a royal pain in the ass, but I could live with it!.”
  • Guterman: Hmm Well…
  • Ellis: Perché tu puoi. Because you can.
  • Guterman: Huh?
  • Ellis: Perché tu puoi. Because you can.
Psicoterapia: Il Disputing Logico-Empirico. - Immagine: © Carsten Reisinger - Fotolia.com
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Vediamo qui in azione una REBT in poche, pochissime frasi. L’individuazione dell’evento. L’immediato spostarsi dell’attenzione all’esplorazione di ciò che Guterman dice a se stesso. La conseguente svalutazione dell’evento in sé: conta solo ciò che ti dici. La formulazione catastrofica, con Ellis che spinge molto in questa direzione. Ti sei detto che è orribile? Si, più o meno, risponde Guterman. E infine la sostituzione con il negativo sopportabile. È spiacevole. Anzi, è una regale inculata, ma puoi sopravvivere. Perché tu puoi. Detto due volte, ben martellato nella testa del paziente.

In tutto questo anche la colorita frase di Ellis (a royal pain in the ass: una regale inculata) ha il suo senso. Il linguaggio, brutale ma in fondo fumettisticamente recitato da duro cinematografico, è caratteristico di Ellis e svolge il compito di dare sostanza emotiva allo scambio dialogico. Ellis vuole che Guterman senta il dolore proprio li, nel suo culo. Solo così egli potrà convincersi di poter sopravvivere ai suoi dolori. Vi è una componente esperienziale da non sottovalutare in Ellis. Per Ellis il disputing della frustrazione è un’esperienza reale, anzi regale: un regale dolore nel culo da provare in seduta, almeno virtualmente. O no?

In conclusione, non dimentichiamo che per Ellis la sua terapia è razionale ed emotiva, e coinvolge testa e cuore. 

 

 

BIBLIOGRAFIA: 

Ellis A. (1989). Ragione ed Emozione in Psicoterapia. Ed. Astrolabio 

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Giovanni Maria Ruggiero
Giovanni Maria Ruggiero

Direttore responsabile di State of Mind, Professore di Psicologia Culturale e Psicoterapia presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna, Direttore Ricerca Gruppo Studi Cognitivi

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