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Alternative Evolutive e Costruttiviste al Disputing Cognitivo Standard.

Alternative Evolutive e Costruttiviste al Disputing Cognitivo: DOVERE o PREFERENZA? Il Dilemma Dicotomico di Kelly, ragionando per opposti.

Di Giovanni Maria Ruggiero, Sandra Sassaroli

Pubblicato il 16 Apr. 2012

 

DOVERE o PREFERENZA? Il Dilemma Dicotomico di Kelly e la via degli “opposti”. 

Alternative Evolutive e Costruttiviste al Disputing Cognitivo Standard. - Immagine: © koya79 - Fotolia.com

L’esito più felice del disputing è naturalmente la sdrammatizzazione per via logico-empirica (alla Beck) degli eventi o delle situazioni negative temute dal paziente. Ma non è sempre così semplice. In questi casi spesso il paziente invoca una sfasatura tra ciò che sente e ciò pensa, o meglio ciò che pensa in terapia.

Tra le possibili strategie alternative c’è l’analisi e la critica della doverizzazione alla Ellis, che abbiamo già visto. Alcune cose sono temute dal paziente non per il danno materiale che comportano, ma perché contraddicono alcune regole, alcuni “doveri” che per il paziente sono irrinunciabili.

Tuttavia la doverizzazione può anche presentarsi in maniera subdola come preferenza. La formulazione verbale può essere apparentemente accettabile. Il paziente non dice “deve essere così” ma “voglio, desidero”. Insomma, apparentemente parla di una preferenza. Tuttavia questa preferenza è vissuta in maniera rigida. Questa rigidità è nascosta perché il suo opposto è vissuto come assolutamente inaccettabile dal paziente.

Psicoterapia: Ellis & il Disputing sulla tolleranza della Frustrazione. - Immagine: © frenta - Fotolia.com
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In questo è utile il vecchio concetto kelliano di dilemma dicotomico (Feixas, Saúl, 2004) per cui possiamo veramente comprendere il significato soggettivo e personale di una credenza o di uno scopo di un paziente solo esplorando il suo opposto.

P.: Il mio problema è il timore di fallire

T.: Perché dovrebbe accadere?

P.: Perché voglio diventare brava. Per me è molto importante.

Notiamo come la paziente abbia giustificato il suo timore di fallire con la necessità di essere “brava”. Già intravediamo il dilemma kelliano che la danneggia.

T.: E perché è così importante?

P.: Esseri bravi è fondamentale. Le cose vanno fatte bene. Mostrare negligenza o incompetenza è immorale.

Psicoterapia: Il Disputing Logico-Empirico. - Immagine: © Carsten Reisinger - Fotolia.com
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Ecco che salta fuori il dilemma. Dilemma che rivela come lo scopo dell’essere “bravi” non sia una preferenza che orienta il comportamento in maniera flessibile e costruttiva, ma un dovere irrinunciabile e assoluto. E questa assolutezza dipende dal particolare concezione che questa persona ha dell’essere “bravi”, bravura che si definisce solo in rapporto al suo opposto, che per quella persona è l’essere immorali. È un percorso rigido (o “stretto” in termini kelliani) e non flessibile (o “lasso”, ancora in termini kelliani).

 

A questo punto si potrebbero imboccare varie strade. Si può direttamente chiedere alla persona di rendere più flessibile il suo costrutto (un costrutto, sempre in termini kelliani, è qualcosa di più di una credenza perché é definito dai due poli di un dilemma).

T.: Se nota, per lei essere bravi ed essere immorali sono collegati. Collegato un po’ rigidamente. Per lei non essere bravi significa essere immorali. Un costo non da poco. Ma perché non proviamo a vederla diversamente?

Psicoterapia: a che le serve ragionare così? Il Disputing Pragmatico secondo Ellis. - Immagine: © zero13 - Fotolia.com
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Vederla diversamente, e qui si apre il ponte della ristrutturazione cognitiva. Ma è possibile imboccare anche un altro sentiero, che è il seguente:

T.: Dove ha imparato che se non si è bravi si è immorali?

P.: In che senso mi chiede: dove lo ho imparato?

T.: Intendo dire che nel corso della nostra vita noi apprendiamo delle idee, delle convinzioni. Le apprendiamo nel corso di situazioni o di relazioni. Per esempio in relazioni con persone che per noi sono state importanti. Genitori, amici, insegnanti e così via. Dove, o da chi, potrebbe avere imparato che se non si è bravi si è immorali?

E questo è tutto un altro campionato. Si tratta della storia di vita e di come il paziente ha appreso le sue convinzioni disfunzionali. Ne parleremo in un altro capitolo.

 

 

BIBLIOGRAFIA: 

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Giovanni Maria Ruggiero
Giovanni Maria Ruggiero

Direttore responsabile di State of Mind, Professore di Psicologia Culturale e Psicoterapia presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna, Direttore Ricerca Gruppo Studi Cognitivi

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Sandra Sassaroli
Sandra Sassaroli

Presidente Gruppo Studi Cognitivi, Direttore del Dipartimento di Psicologia e Professore Onorario presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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