expand_lessAPRI WIDGET

ADHD: Ricerche e Tendenze

Lo studio ha analizzato l'evoluzione di diagnosi e trattamenti per ADHD. I risultati mostrano che le diagnosi sono aumentate del 66%.

Di Miolì Chiung

Pubblicato il 18 Apr. 2012

Aggiornato il 26 Set. 2016 12:46

 

 

ADHD: RIcerche e Tendenze. - Immagine: © JcJg Photography - Fotolia.comQuanti genitori hanno figli agitati, fuori controllo, che non riescono mai a stare fermi?

Oggi sappiamo che molti di questi bambini non sono semplicemente irrequieti o maleducati, ma soffrono di un vero e proprio disturbo, chiamato ADHD, un acronimo per “Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder”, cioè Disturbo dell’Attenzione, con o senza Iperattività.

Un’interessante ricerca condotta dalla NorthWestern University ha preso in esame, dal 2000 al 2010, un campione rappresentativo a livello nazionale di bambini e ragazzi, al di sotto dei 18 anni, cui è stato diagnosticato l’ADHD e che sono stati poi sottoposti a trattamento. Lo studio ha analizzato come nell’arco temporale di dieci anni siano cambiate le diagnosi e i trattamenti di ADHD.

I risultati hanno evidenziato innanzitutto che le diagnosi sono aumentate del 66%.

Questo dato deve preoccuparci? Prima si riteneva, troppo spesso ed in maniera troppo semplicistica, che il bambino fosse soltanto poco tranquillo o che i genitori non fossero capaci a svolgere il proprio compito. È possibile che ora invece si esageri nel senso opposto, tendendo a diagnosticare troppo frequentemente un ADHD?

Il Senso della Giustizia nei bambini. - Immagine: © VRD - Fotolia.com
Articolo consigliato: Il Senso della Giustizia nei bambini.

Secondo Craig Garfield, pediatra e assistente professore alla Northwestern University Feinberg School of Medicine, la risposta è decisamente negativa. Garfield è il primo autore di questo studio e sostiene che l’aumento di diagnosi sia dovuto al sempre maggior interesse riguardo a questo disturbo: oggi infatti le conoscenze sull’ADHD sono di gran lunga maggiori rispetto a dieci anni fa, ed è conseguentemente più facile riconoscerne i sintomi anche per chi non è un professionista del settore. Ovviamente, una volta riconosciuti i sintomi, è necessario rivolgersi a degli specialisti per una diagnosi effettiva e per la cura del disturbo.

Garfield ricorda come in molti casi, per la terapia, si ricorra a psicostimolanti, ma oggi ci sono molti metodi per curare il problema e i suoi effetti secondari, anche senza l’utilizzo di medicine. Questo comporta non solo un aiuto al bambino, ma anche ai genitori e agli insegnanti che lo seguono, per affrontare il problema nella maniera più corretta e più utile per il raggiungimento dell’autocontrollo.

Un recente studio canadese (MTA) effettuato su 579 bambini con ADHD dai 7 ai 9 anni, ha confrontato l’efficacia di tre tipi diversi di intervento: il trattamento psico-educativo (con i genitori, insegnanti e con il bambino), il trattamento esclusivamente farmacologico, il trattamento combinato farmacologico e psicologico. Alla fine dei 14 mesi dello studio MTA, il 68% dei bambini che hanno ricevuto il trattamento combinato presentano una remissione dei sintomi. Inoltre, i bambini che hanno ricevuto il trattamento combinato hanno ridotto in 14 mesi la dose del farmaco (18%). L’efficacia del farmaco, sebbene sia stata confermata dallo studio canadese, pone al vaglio alcune considerazioni di ordine morale. Il metilfenidato viene considerato tra i farmaci di scelta elettivi nel trattamento dello ADHD, ma non si possono tralasciare gli effetti collaterali: il “Science and Technology Committee”, una commissione inglese che consiglia il governo sulle questioni scientifiche di rilievo, ha giudicato il metilfenidato una delle venti sostanze psicoattive più dannose, al pari di LSD ed Ecstasy.

Il farmaco, inoltre, non agisce sugli altri tipi di problemi che i bambini con ADHD presentano, come la difficoltà di interazione con i pari, la difficoltà a inibire le risposte e le difficoltà comportamentali.

Diversamente dall’uso del farmaco, un approccio di tipo cognitivo-comportamentale si focalizza più sull’insegnamento diretto al bambino delle abilità di self-control e delle abilità per la risoluzione dei problemi.

 

 

BIBLIOGRAFIA:

  • Swanson JM, Kraemer HC, Hinshaw SP, et al. Clinical relevance of the primary findings of the MTA: success rates based on severity of ADHD and ODD symptoms at the end of treatment. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry. 2001;40(2):168–179
  • Vitiello B, Severe JB, Greenhill LL, et al. Methylphenidate dosage for children with ADHD over time under controlled conditions: lessons from the MTA. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry. 2001;40(2):88–196.
  • The MTA Cooperative Group. A 14-month randomized clinical trial of treatment strategies for attention-deficit/hyperactivity disorder. Arch Gen Psychiatry. 1999;56(12):1073–1086.
  • Horn, W.F., Ialongo, N.S., Pascoe, J.M., Greenberg, G., Packard, T., Lopez, M., Wagner, M., Puttler, L., (1991) ‘Additive effects of psychostimulants, parent training and self-control therapy with ADHD children.’ Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, 30,233-240.
  • Erin White, Diagnosis of ADHD on the rise. From the Northwestern University’s website
Si parla di:
Categorie
ARTICOLI CORRELATI
WordPress Ads
cancel