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Aracnofobia: se hai paura dei ragni li vedrai più grandi!

Effetti della fobia specifica sulla percezione dell’oggetto temuto: più una persona ha paura, più la percezione visiva risulterà alterata.

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 05 Mar. 2012

Aggiornato il 16 Ott. 2018 12:59

– Rassegna Stampa – 

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze PsicologicheEffetti della fobia specifica sulla percezione dell’oggetto temuto

Più una persona ha paura dei ragni, più la percezione visiva dello stesso animale ne risulterà alterata. Questo è quanto emerge da uno studio pubblicato da poco su Journal of Anxiety Disorders in cui ai partecipanti, 57 individui che si definivano aracnofobici, veniva chiesto durante un periodo di circa 8 settimane di interagire in vivo con 5 ragni della dimensione da 2,5 a 15 centimetri e in seguito di fornire una stima della dimensione dei ragni appena “incontrati”.

I ragni erano contenuti in un contenitore di vetro aperto. I soggetti iniziavano la loro esposizione all’animale a circa 12 passi dal contenitore e veniva poi chiesto loro di avvicinarsi. Una volta arrivati a fianco del contenitore, i partecipanti dovevano toccare il dorso del ragno con una sonda. Nel corso di queste esposizioni i partecipanti riportavano l’intensità della paura che stavano provando su una scala SUD (subjective units of distress) da 0 a 100, e compilavano poi una serie di altri questionari self-report relativi alla fobia specifica, panico e pensieri riguardo la riduzione della paura in future esposizioni con i ragni. Da ultimo, i ricercatori richiedevano ai soggetti una stima delle dimensioni del ragno con cui avevano appena interagito disegnando su una linea un trattino indicante la lunghezza dell’animale.

Dalle analisi dei risultati è emerso che i picchi più alti di fobia soggettivamente riportata dai soggetti corrispondevano anche a stime di maggiori dimensioni dei ragni di fatto inesatte rispetto alle dimensioni reali. Quindi quanto più intensa era l’emozione di paura riferita ai ragni cui ci si era esposti tanto maggiore era la dimensione del ragno stimata dalla stessa persona. Chissà se questo fenomeno sia generalizzabile ad altre forme di fobie specifiche, che possono risultare maggiormente invalidanti nella vita quotidiana, basti pensare alla fobia degli aghi. Se la fobia impatta sulla percezione visiva dell’oggetto fobico, allora può essere utile condividere questo bias con il paziente che si ritrovi impegnato in faticose esposizioni in cui è possibile che continui a percepire visivamente il mostro più grande di quello che è in realtà. Attenzione però: il messaggio non dovrebbe focalizzarsi tanto nel contenuto stesso (“chi se ne frega se il ragno è grande o piccolo, mi terrorizza per mille altri questioni…”) ma sul processo: l’intensità delle nostre emozioni può impattare non solo su funzioni psicologiche quali per esempio attenzione e memoria, ma anche sulla funzione psicologica che più ci illude di poter essere oggettivi: la percezione visiva.

 

 

BIBLIOGRAFIA:

  • Michael W. Vasey, Michael R. Vilensky, Jacqueline H. Heath, Casaundra N. Harbaugh, Adam G. Buffington, Russell H. Fazio. It was as big as my head, I swear!. Journal of Anxiety Disorders, 2012; 26 (1): 20 DOI: 10.1016/j.janxdis.2011.08.009
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Linda Confalonieri
Linda Confalonieri

Redattrice di State of Mind

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