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Cosa non farei per la danza!

Il mondo segreto delle ballerine, dove per diventare una "stella" si è disposte a tutto, anche a morire di anoressia.

Di Ursula Catenazzi, Sara Della Morte, Giuseppina Di Carlo

Pubblicato il 17 Feb. 2012

Aggiornato il 02 Ago. 2012 11:36

 

Il mondo segreto delle ballerine, dove per diventare una “stella” si è disposte a tutto, anche a morire di anoressia.

Cosa non farei per la danza! - Immagine: © olly - Fotolia.com Il 7 dicembre, come da tradizione, c’è stata la serata inaugurale della stagione teatrale alla Scala con le note del Don Giovanni di Mozart. Qualche giorno prima, però un altro sipario si era alzato sul “tempio della lirica” milanese, con la denuncia al Guardian e subito ripresa dalle maggiori testate giornalistiche in tutto il mondo, da parte della Ballerina Mariafrancesca Garritano, una delle 14 soliste della Scala, che sembra aver scioccato i più, sui problemi di anoressia e bulimia tra le ballerine del corpo di danza del teatro La Scala di Milano. Corpo di ballo che ha prontamente replicato negando tutto e attaccando la ballerina.

La ballerina racconta la sua storia nel libro “La verità vi prego sulla danza”. È una storia fatta di solitudine, quella di una ragazza che a soli sedici anni lascia la Calabria e la casa non sentendosi voluta dal padre e dalla nuova famiglia. Una storia di sacrifici e rinunce, quelli che la danza impone e di problemi alimentari. Nel libro Mariafrancesca racconta di un mondo difficile, a tratti spietato, pieno di personaggi che per un posto sul palco farebbero di tutto.

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Racconta che una ballerina su cinque soffre di un disturbo alimentare, prevalentemente bulimia nervosa e anoressia nervosa, e, triste a dirsi, il dato non la sorprende dal momento che i primi a spingere per raggiungere il “corpo perfetto” sono proprio gli insegnanti dell’accademia. Mariafrancesca dice: “Quando, appena sedicenne, sono entrata nell’accademia gli istruttori mi chiamavano “mozzarella” di fronte a tutti. Così ho ridotto il cibo così tanto – mangiavo un mela e uno yogurt al giorno – che per un anno e mezzo il mio ciclo mestruale si è interrotto e sono arrivata a pesare 43 kg”. La ballerina racconta di un mondo dove questa è la dieta della maggior parte delle ballerine e dove molte di esse vengono ricoverate in ospedale e sottoposte all’alimentazione forzata per cercare di salvare loro la vita.

Una storia che ricorda a tratti quella di Nina-Odette, interpretata da Natalie Portman nel Cigno Nero di Darren Aronofsky, senz’altro un dei film più belli dello scorso anno, è una ballerina del New York City Ballet che per ottenere il ruolo della vita arriverà all’estremo sacrificio. Per fortuna la storia di Odette non è certo quella una ballerina tipo, poiché accanto agli allenamenti massacranti, alla bulimia e a un mondo pronto a tutto, racconta anche la storia di ossessioni, di allucinazione, di cosa accade quando il lato oscuro ha la meglio su quello luminoso, di una mente che con la danza invece di ritrovarsi arriva a perdersi.

Le parole di Mariafrancesca trovano tristemente conferma anche nei recenti studi di Herbrich e colleghi (Herbrich, L., Pfeiffer, E., Lehmkuhl, U. & Schneider, N.) del “Dipartimento per i bambini e gli adolescenti” di Berlino”, che hanno messo a confronto un campione di studenti del liceo con un campione di giovani ballerini. Ad entrambi i gruppi hanno somministrato delle batterie specifiche di test per indagare l’area dei disturbi alimentari e l’anoressia nervosa è stata diagnosticata nel 5,8% dei ballerini contro il 2,9% degli studenti.

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Questo episodio apre un dibattito che si estende anche ad altri sport. Alcuni si sorprenderanno nel leggere che in ambito clinico è purtroppo risaputo che certi sport non si limitano a trasformare il corpo in opere d’arte, ma lo espongono anche al rischio di sviluppare un disturbo alimentare. Nel 2005 Reinking e colleghi (Reinking, M. F & Alexander, L. E.), allarmati dall’aumento dei casi di amenorrea, osteoporosi e disturbi alimentari nel mondo dell’atletica, hanno condotto uno studio monitorando dal 2002 al 2003 la presenza di questi sintomi i un campione di 84 adolescenti che praticano sport, dividendo fra quelli che praticano sport nei quali aspetto fisico e peso sono molto importanti, come per esempio nell’atletica leggera, e quelli che praticano sport dove invece aspetto fisico e peso non sono fondamentali, come per esempio nel basket, con uno di 62 adolescenti che non la praticano. I risultati di questa ricerca hanno mostrato che gli atleti che praticavano la prima categoria di sport, avevano maggiori livelli di insoddisfazione, una minore obbiettività e un maggiore desiderio di perdere peso, rispetto agli atleti che praticavano sport della seconda categoria. Inoltre nel 25% degli atleti che pratica questi sport ha un rischio maggiore di sviluppare un disturbo alimentare. Attenzione quindi lo sport fa bene, ma se fatto con moderazione!! 

 

 

BIBLIOGRAFIA: 

  • Herbrich, L., Pfeiffer, E., Lehmkuhl, U. & Schneider, N. (2011). Anorexia athletica in pre-professional ballet dancers. Journal of Sports Science, 29 (11):1115-23.
  • Reinking, M.F. & Alexander L.E. (2005). Prevalence of Disordered-Eating Behaviors in Undergraduate Female Collegiate Athletes and Nonathletes. J Athl Train, 40(1):47-51.
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