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Arteterapia: teoria e prassi di un nuovo approccio psicoterapeutico integrato – parte I

Qui invece si intende Arteterapia come una ‘teoria ed una prassi psicoterapeutica’ a tutti gli effetti ed autonoma.

Di Redazione

Pubblicato il 16 Feb. 2012

Aggiornato il 24 Feb. 2012 09:25

Di Roberto Pasanisi.

Accademia di Belle Arti “Fidia”; CISAT, Centro Italiano Studi Arte-Terapia

 

Teoria dell’Arteterapia

Arteterapia: teoria e prassi di un nuovo approccio psicoterapeutico integrato – parte I  - Immagine:  © oscurecido - Fotolia.com L’Arteterapia si è finora sviluppata sulla base di tre modelli incompiuti: come una tecnica essenzialmente riabilitativa o di sostegno rivolta principalmente agli psicotici o ai minorati per migliorare le capacità relazionali e di socializzazione dell’individuo affetto da patologie psichiatriche; come una sorta di laboratorio di pittura e scultura, attento a cogliere (ed eventualmente ad esprimere) le emozioni connesse alla pratica artistica; e infine come una psicoterapia che si avvaleva delle arti figurative a livello essenzialmente strumentale e secondario nell’àmbito di una tecnica più vasta ed articolata, con un approccio psichiatrico-farmacologico.

Essa è stata praticata non soltanto da psicoterapeuti, ma da esperti dei più svariati campi — musicisti, artisti, scrittori, drammaturghi, maestri di scuola — restando al di qua o andando al di là della psicoterapia stricto sensu — l’unica che qui ci interessi — praticata da uno psicoterapeuta, o meglio ancóra se specialista in Arteterapia. Essa è stata sostanzialmente priva sia di un impianto teorico compiutamente definito che la legittimasse scientificamente, sia di una qualsivoglia istituzionalizzazione che ne precisasse i cómpiti e gli obiettivi, ne chiarisse le caratteristiche precipue (anche rispetto alle altre scuole psicoterapeutiche) e ne stabilisse i limiti, fissando nel contempo una deontologia professionale.

Molti oggi sono infatti le scuole ed i corsi di scrittura creativa, i laboratori di pittura e scultura a fini terapeutici o riabilitativi, ed altre iniziative simili; come pure gli psicologi, gli psicoterapeuti e gli psichiatri che adoperano l’arte in forma per così dire ‘ancillare’, idest come una tecnica fra le altre nell’àmbito di una teoria e di una prassi diverse, che nulla hanno a che vedere con l’Arteterapia.

Qui invece si intende l’Arteterapia come una ‘teoria ed una prassi psicoterapeutica’ a tutti gli effetti ed autonoma, sviluppando questa disciplina come una scuola di psicoterapia tout court, curata non da scrittori o pittori o scultori o da psicologi di altre scuole, ma da specialisti in questo particolare tipo di psicoterapia: e se ne pongono i ‘fondamenti’ teoretici e pratici.

Il mio Psicoterapeuta suona il Rock! - Immagine: © Isaxar - Fotolia.com -
Articolo consigliato: Il mio Psicoterapeuta suona il Rock!

Fissiamo in ‘ART’ la sigla abbreviativa della disciplina che qui vogliamo proporre sotto il nome di ‘Arteterapia’, intesa come una nuova scuola psicoterapeutica contrassegnata da tre caratteristiche fondamentali e sue specifiche: l’uso dell’arte e delle sue tecniche come ‘strumento terapeutico’; l’approccio integrato, ove opportuno, con il training autogeno (TA) nella sua formulazione classica; la costituzione eclettica, che le permetta di attingere, sia sul piano teorico che su quello propriamente terapeutico, a diverse altre scuole, segnatamente alla Psicoanalisi, alla Psicologia analitica, alla Psicologia della Gestalt ed all’Analisi Transazionale (AT). Ne consegue come rilevante corollario che l’Arteterapia così intesa si configura fra le cosiddette ‘psicologie del profondo’ e che integra ‘tecniche analitiche’ con ‘tecniche esperienziali’.

Il presupposto principale dal quale partiamo per considerare l’ART non come una ‘psicoterapia rieducativa’, con una valenza essenzialmente sociale e di recupero, ma come una ‘psicoterapia ricostruttiva di tipo psicodinamico’ è, in primis, la teoria elaborata da Freud riguardo alla funzione dell’artista: per il neurologo viennese la funzione fondamentale dell’artista è quella di mettere l’individuo in comunicazione con il suo Inconscio e di consentirgli di gustarne le fantasie «senza rimprovero e senza vergogna», liberando profonde tensioni della psiche.

 L’arte quindi per Freud rappresenta uno dei mezzi più adeguati per tollerare l’esistenza; come una sfera posta tra Eros e Thanatos, rappresentante una soddisfazione del desiderio sostitutiva, non ossessiva né nevrotica: una sorta di passaggio, di via regia verso l’inconscio, come il sogno. Oltre al contributo di Freud, ci sembra opportuno, per attribuire all’arte una valenza terapeutica, far riferimento all’operazione, considerata da taluni scandalosa, di desacralizzazione dell’artista in quanto tale effettuata dalla Chasseguet-Smirgel: operando infatti una smitizzazione dell’artista, la studiosa contribuisce non poco a ravvicinarcelo, a stabilire un contatto, a riprendere un colloquio interrotto, o forse a iniziarlo in quanto miticamente fantasticato e mai realmente esistito. Ricordandoci che tutti condividiamo gli stessi meccanismi psichici, sia conflitti che angosce, è possibile stabilire una continuità tra il fruitore e l’artista, rendendo così reale la comunicazione, anche se difficile e fluttuante nelle sue misteriose e fantasmagoriche valenze simboliche e sovratemporali.

In questo senso si comprende come l’approccio psicoterapeutico ricostruttivo, e in particolare quello psicoanalitico, rappresenti uno degli strumenti più validi per ritrovare l’artista che è in noi, ovvero la nostra parte creativa, che è in grado di metterci in contatto con il nostro inconscio e che attraverso la produzione di opere creative lato sensu ci permette di analizzare le nostre angosce e i nostri conflitti interiori. Infatti ponendo l’artista, idest il creatore, in una posizione di pseudo-privilegio, in realtà lo chiudiamo in un’inaccessibile turris eburnea, e così facendo lo emarginiamo e lo alieniamo; ma al prezzo di emarginare e alienare da noi quella parte di noi stessi che è la dimensione estetica e creativa nella sua valenza catartica e sublimativa. La possibilità di dare all’altro una valenza terapeutica e di considerarci artisti potenziali — lato sensu, obviously: idest nel senso di ‘creatività’ — ci è offerta anche dal fatto che nell’arte contemporanea è l’artista stesso che infrange il proprio ruolo, smitizzando la propria persona e il proprio fare artistico, parzialmente annullando, in questo modo, la distanza dal fruitore d’arte e contravvenendo così a quell’immagine che noi gli attribuiamo.

È grazie proprio a questi presupposti teorici che è possibile costituire dei gruppi terapeutici in cui ognuno esprima la personale creatività per conoscere meglio il proprio mondo inconscio e per cercare, conoscere ed interpretare, con l’aiuto del terapeuta, le proprie problematiche.

 Leggi la seconda parte dell’articolo: Prassi dell’Arteterapia.

 

BIBLIOGRAFIA: 

  • Caterina Camporesi, Psicoanalisi, Creatività, Interpretazione, intervento al Convegno Psiche e Scrittura, a cura dell’associazione culturale “Sguardo e Sogno” e del Comune di Firenze, Firenze, 14/II/1998
  • Jeanine Chasseguet-Smirgel, Creatività e perversione, Milano, Raffaello Cortina Editore, 1987
  • Jeanine Chasseguet-Smirgel, Per una psicoanalisi dell’arte e della creatività, Milano, Raffaello Cortina Editore, 1989
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  • Marco Manzoni (a cura di), Creazione e mal-essere, Milano, Guerini e Associati, 1989
  • Joyce McDougall, Eros. Le deviazioni del desiderio, Milano, Raffaello Cortina Editore, 1997
  • Marc Muret, Arte-terapia, Como, RED Edizioni, 1991
  • Roberto Pasanisi, Recensione a Ivan Fónagy, La ripetizione creativa. Ridondanze espressive nell’opera poetica, Dedalo, Bari, 1982, in “Annali dell’Istituto Universitario Orientale” Sezione Romanza, XXVIII, 1, 1986, pp. 407-410
  • Roberto Pasanisi, La forma della bellezza. Intorno alla genesi della lirica moderna: uno studio psicoanalitico, in “Gradiva” (New York, U.S.A.), VI, 2, 1996, pp. 97-105
  • Roberto Pasanisi, Arteterapia e Training autogeno: un approccio psicoterapeutico integrato, in “SIPE (Societé Internationale di Psychopathologie de l’Expression) Newsletter” (Paris, France), 21, 2000, p. 4
  • Roberto Pasanisi, Training in Artherapy with Autogenic Training, in “International Networking Group of Art Therapists” (Los Angeles, USA), XIII, 1, 2000, p. 14
  • Roberto Pasanisi, Recensione a Marco Manzoni (a cura di), Creazione e mal-essere, Milano, Guerini e Associati, 1989, in “Psiconline” (www.psiconline.it), 7/X/2000, www.psiconline.it/comunicati_stampa/libreria.htm
  • Roberto Pasanisi, Le «muse bendate»: la poesia del Novecento contro la modernità, Pisa – Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, 2000 (Prefazione di Constantin Frosin; Postfazione di Carmine Di Biase)
  • Roberto Pasanisi, Una nuova scuola psicoterapeutica in Italia: l’Arteterapia, in “Ecomind” (www.ecomind.it), 7/X/2000, www.ecomind.it/Sezioni/Articoli/Articoli.html
  • Roberto Pasanisi, O noua scoala psihoterapeutica in Italia: Arte-Terapia [Una nuova scuola psicoterapeutica in Italia: l’Arteterapia], in “Akademia” (revista de cultura), Galati (Romania), II, 7-8, 2001, p. 37 (traduzione in Rumeno di Constantin Frosin)
  • Roberto Pasanisi, Una nuova scuola psicoterapeutica in Italia: l’Arteterapia, in “Psychomedia” (www.psychomedia.it), 12/VII/2001, www.psychomedia.it/pm/arther/art-ther/scuola.htm
  • Roberto Pasanisi, L’Arteterapia in Italia, in “Attiva Mente” (www.attivamente.net), agosto 2001, www.attivamente.nett/Am-Relazioni.htm#P1199_162768
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  • Robin Philipp, The links between poetry and healing, in “The Therapist”,, III, 4, 1996, p. 15
  • Robin Philipp, Poetry helps healing, in “The Lancet”, 347, 1996, pp. 332-333
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  • Jean-Luc Sudres, L’Art-Thérapie: actualités d’un concept et d’une pratique,  www.centrostudiarteterapia.org/products.htm, 1/V/2001
  • Bianca Tosatti (a cura di), Figure dell’anima. Arte irregolare in Europa, Milano, Mazzotta, 1998
  • Diane Waller, Towards a European art therapy. Creating a profession, Buckingam – Philadelphia, Open University Press, 1998
  • Diane Waller – Jacky Mahony (a cura di), Treatment of Addiction. Current issues for arts therapies, London – New York, Routledge, 1999

 

SITOGRAFIA: 

  • www.arttherapy.org (A.A.T.A., American Art Therapy Association)
  • www.atcb.org (A.T.C.B., Art Therapy Credentials Board)
  • www.centrostudiarteterapia.org (C.I.S.A.T., Centro Italiano Studî Arte-Terapia)
  • http://forums.behavior.net/forums/jnjbbs.cgi?config=artstherapy&uid=nC1M8.user
  • http://guide.supereva.it/scrittura_creativa/ (“Supereva” – guide)
  • www.iamaonline.org (I.A.M.A., International Arts-Medicine Association)
  • http://mageos.ifrance.com/art-therapy/art-therapy/sipe.htm (S.I.P.E., Societé Internationale de Psychopathologie de l’Expression et d’Arthérapie)
  • http://www.societyartshealthcare.org/ (Society for the Arts in Healthcare)
  • http://www.users.dircon.co.uk/~poets/ecarte.html (ECArTE)
  • http://www.u-a-f.org/sipe_gb.php/ (Universal Art Forum)

 

Liste di Discussione: 

  • http://lists.centrostudiarteterapia.org/mailman/listinfo/cisat-arteterapia
  • www.centrostudiarteterapia.org (C.I.S.A.T., Centro Italiano Studî Arte-Terapia)

 

Riviste:

  • “American Art Therapy Association Newsletter” (Mundelein, Illinois, USA)
  • “Artherapy (Journal of the American Art Therapy Association)” (Mundelein, Illinois, USA)
  • “International Arts-Medicine Association Newsletter” (Bryn Mawr, Pennsylvania, USA)
  • “Newsletter de la SIPE (Societé Internationale di Psychopathologie de l’Expression)” (Pau, France)

 

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