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Saggezza infantile: i benefici del pensiero positivo e l’ottimismo dei genitori

Anche i bambini sanno che pensare in modo positivo e ottimista fa stare meglio. E il grado di ottimismo dei genitori gioca un ruolo rilevante nella comprensione che i figli hanno del legame tra pensieri ed emozioni. Un nuovo studio in fase pubblicazione sulla rivista Child Development lo conferma.

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 31 Dic. 2011

– Rassegna Stampa –

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze PsicologicheAnche i bambini sanno che pensare in modo positivo e ottimista fa stare meglio. E il grado di ottimismo dei genitori gioca un ruolo rilevante nella comprensione che i figli hanno del legame tra pensieri ed emozioni. Un nuovo studio in fase pubblicazione sulla rivista Child Development lo conferma.

Un campione di 90 bambini di età compresa tra i 5 e i 10 anni hanno ascoltato sei storie in cui due personaggi vivevano una situazione generalmente positiva (ricevere in regalo un peluche), negativa (rovesciare accidentalmente un bicchiere di latte), o ambigua (incontrare una nuova insegnante). In seguito a ciascuna esperienza, un personaggio aveva pensieri ottimisti che coloravano l’evento di una luce positiva, mentre l’altro personaggio aveva un pensiero pessimista che quindi metteva l’evento in una luce negativa: i pensieri venivano descritti esplicitamente a livello verbale.

Ai bambini è stato in seguito chiesto di prevedere le emozioni di ciascun personaggio e di cercare di spiegare le motivazioni alla base di tali emozioni. Inoltre, ai bambini e ai loro genitori sono stati somministrati questionari per misurare il loro livello di ottimismo e speranza.

Ecco i risultati: già dall’età di cinque anni i bambini sono in grado di prevedere che le persone si sentono meglio quando pensano in modo più positivo rispetto a quando sono presenti pensieri negativi. In particolare tale evidenza si è dimostrata più saliente nelle situazioni ambigue. La questione si complica invece in relazione a situazioni generalmente negative: i bambini avrebbero più difficoltà a comprendere come un pensiero positivo possa influenzare le emozioni nel vivere e nell’affrontare eventi negativi come il cadere e farsi male.

E’ in relazione a questi eventi negativi che i livelli di speranza e ottimismo del bambino e ancor di più dei genitori giocano un ruolo differenziale nella capacità di comprendere la potenzialità del pensiero positivo.

 

BIBLIOGRAFIA:

 

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Linda Confalonieri
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