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Quando le preoccupazioni fanno ammalare: il corpo saggio!

Di Camilla Marzocchi

Pubblicato il 22 Set. 2011

Aggiornato il 25 Ott. 2011 16:01

Somatizzazione - © Albix - Fotolia.comE’ ormai ampiamente riconosciuto, in letteratura e nell’esperienza clinica, che uno stile di pensiero ripetitivo, pervasivo e orientato in senso negativo, sia non solo una reazione comune ad eventi stressanti, ma in alcuni casi una risposta addirittura automatica che tutti noi utilizziamo a fronte di situazioni percepite come minacciose, incerte, nuove o ambigue.

L’intensità di questa risposta può in alcuni casi essere pericolosamente prolungata e incrementata da una difficoltà nel riconoscere segnali rassicuranti interni (emozioni, pensieri, ricordi,..)  o provenienti dall’esterno e nell’utilizzarli per smettere di preoccuparsi. La nostra tenacia nel rimuginare su scenari catastrofici può essere in questi casi così estrema e incontrollabile da invadere la mente fino ad assumerne il controllo e non fermarsi mai, finché un segnale più forte non arriva (finalmente!) alla nostra attenzione…

Vi è mai capitato che il vostro corpo “si ribellasse” inaspettatamente?

In una recente review (Verkuil, 2010) gli autori sostengono che il rimuginio cronico aumenti l’intensità del logorio che lo stress produce sul corpo. A dimostrazione del potere che questo stile di pensiero ha sul nostro organismo, alcuni studi ci dicono che anche livelli di rimuginio non patologici risultano positivamente associati alla percezione soggettiva di disturbi fisici tale che un intervento di riduzione forzata del rimuginio a soli 30 minuti al giorno, sembra in grado di produrre una significativa riduzione nelle lamentele fisiche. Questi effetti riguardano inoltre un ampio range di sintomi (mal di testa, dolori muscolari, gastriti, palpitazioni, tosse, vertigini, nausea,..), suggerendo il coinvolgimento di numerosi differenti sistemi biologici nella regolazioni degli stati emotivi negativi legati al rimuginio.

Insomma i rimuginatori somatizzano di più e il numero di lamentele fisiche appare direttamente proporzionale al tempo trascorso a rimuginare (Kaptein, 2005; Brosschot & Van der Doef, 2006).

Ma cosa succede quando il rimuginio riguarda preoccupazioni per la salute?

Il circolo vizioso che rende l’ipocondriaco “ingabbiato” nei suoi sintomi è la massima espressione di questo legame tra attività mentale e feedback corporeo. L’attenzione sproporzionata ai segnali del corpo aumenta il rimuginio e la percezione stessa di disagio fisico; in particolare la tendenza a catastrofizzare sui sintomi fisici sembra predire l’effettivo presentarsi di disturbi fisici ed è associata ad un aumento nella percezione del dolore (Devoulyte & Sullivan, 2003; Turner, Mancl, & Aaron, 2004). Come in molti disturbi psicopatologici, l’attenzione selettiva ci inganna e orienta a considerare solo alcune informazioni (sempre allarmanti!) provenienti dal corpo e ad interpretarle erroneamente come effettivi sintomi di malattia.

L’impatto delle somatizzazioni sulla qualità della vita è spesso enorme, il corpo si mantiene cronicamente in allarme e tende ad ammalarsi davvero, mentre le cure mediche non appaiono sempre risolutive. L’accesso ai servizi sanitari è notevolmente più alto in pazienti che presentano una tendenza alle somatizzazioni, ma il disagio psicologico (laddove riconosciuto!) non viene spesso “preso in carico” e curato attraverso un intervento psicoterapico appropriato. Il monitoraggio puntuale delle somatizzazioni e il loro affiancamento a stati mentali ed emotivi negativi, può favorire sul piano cognitivo una lettura diversa, dei sintomi fisici, mentre un buon lavoro sull’emotività può ridurre la necessità del corpo di inviarci segnali così forti e disturbanti!

La prima credenza disfunzionale da disputare sembra essere dunque l’idea che mente e corpo siano indipendenti l’uno dall’altro o peggio che il corpo non si accorga di quello che la mente pensa!

BIBLIOGRAFIA:

  • Verkuil, B., B., Brosschot, J.F., Gebhardt, W. A., Thayer, J.F, (2010). When Worries Make You Sick: A Review of Perseverative Cognition, the Default Stress Response and Somatic Health. Journal of Experimental Psychopathology, Vol.1, Issue 1, 87–118.
  • Kaptein, A. A., Helder, D. I., Kleijn, W. C., Rief, W., Moss-Morris, R., & Petrie, K. J. (2005). Modern health worries in medical students. Journal of Psychosomatic Research, 58, 453-457.
  • Brosschot, J. F., & Van Der Doef, M. (2006). Daily worrying and somatic health complaints: Testing the effectiveness of a simple worry reduction intervention. Psychology & Health, 21, 19-31.
  • Devoulyte, K. B. A., & Sullivan, M. J. L. P. (2003). Pain Catastrophizing and Symptom Severity During Upper Respiratory Tract Illness. Clinical Journal of Pain, 19, 125-133.
  • Turner, J. A., Mancl, L., & Aaron, L. A. (2004). Pain-related catastrophizing: a daily process study. Pain, 110, 103-111.
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