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Mercoledì 21-09-2011

Di Flavio Ponzio, Serena Mancioppi

Pubblicato il 21 Set. 2011

Aggiornato il 03 Apr. 2019 15:34

rassegna stampaSi è concluso da pochi giorni a Firenze il Congresso Europeo sui Disturbi Alimentari (ECED 2011) e torniamo a parlare di nutrizione: intervistato da News Medical, Peter Girolami, Ph.D. (Direttore Clinico del programma sui Feeding Disorders presso il Kennedy Krieger Institute in Baltimore, Maryland) traccia un quadro dei sintomi comuni del pediatric feeding disorder (disturbo nutrizionale infantile): evidenziando la differenza tra un normale bambino con gusti difficili e un problema di alimentazione in cui dalla dieta vengono esclusi interi gruppi di alimenti, ponendo a rischio la salute fisica e mentale. A tal proposito ricordiamo che il nuovo DSM5 cambierà classe e nome ai disturbi alimentari che diventeranno feeding and eating disorders, proprio per includere nella categoria differenti problemi legati alla nutrizione.

Leggiamo dal sito della BBC che un gruppo di ricercatori della della China Medical University in Taichung, Taiwan ha scoperto una relazione bidirezionale tra epilessia e schizofrenia: gli studi effettuati su un campione molto ampio di pazienti evidenzierebbero che chi è affetto da una delle due malattie avrebbe maggiore rischio di sviluppare anche l’altra. “The association may be due to a common environmental factors such as traumatic brain injury or brain haemorrhage in utero. Alternatively, a genetic association may be relevant such as LGI1 or CNTNAP2 genes which have been associated with seizures and psychosis.” Ancora da scoprire le cause di questo legame.
Il cervello è plastico, flessibile e può rigenerarsi anche dopo aver subito un danno e impegnandosi nello svolgere un compito specifico. l’hanno scoperto i ricercatori dell’University of Oxford, monitorando l’attività cerebrale di pazienti intenti a riacquisire capacità motorie perdute a seguito di un ictus. Dallo studio risulta inoltre come la stimolazione elettrica celebrale acceleri i processi di apprendimento anche in adulti sani.

Smettere di fumare non fa solo bene alla salute del corpo ma anche a quella della mente: i ricercatori del Drug and Alcohol Research Group della Northumbria University hanno verificato gli effetti benefici sulla memoria in soggetti che hanno smesso di fumare, le prestazioni in compiti di memoria sono superiori a quelle dei fumatori e comparabili a quelli dei non fumatori.

La marijuana blocca lo sviluppo dei sintomi da stress post traumatico nei ratti (PTSD): uno studio condotto dalla Haifa University. Negli esperiment svolti in laboratorio, la somministrazione tempestiva di cannabinoidi nelle prime ore successive a un trauma ha evitato l’insorgere di dei sintomi da PTSD.
Guidare parlando al cellulare: i ricercatori dell’University of Arkansas stanno riconsiderando il pericoloso fenomeno dell’utilizzo del cellulare alla guida. Generalmente considerato come una dipendenza, secondo lo studio americano questo tipo di comportamento presenta i tratti tipici di un disturbo ossessivo-compulsivo. Il cambio di prospettiva avrebbe delle forti conseguenze anche dal punto di vista giuridico.
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Flavio Ponzio
Flavio Ponzio

Direttore operativo di State of Mind

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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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